BPVi, col fondo patrimoniale Giuseppe Zigliotto voleva tutelare il suo sposo

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Silvana Zuffellato, la signora Zonin, ha chiesto la restituzione di piscina e campo da tennis della villa di Montebello Vicentino, con relativa mobilia. L’ex presidente di Confindustria Vicenza Giuseppe Zigliotto vuole indietro le quote societarie, mentre il compagno Matteo Vigolo punta a riavere parte dell’immobile di Longare. Sono i beni sequestrati dagli avvocati dei risparmiatori dietro autorizzazione del gup Roberto Vendittl, agli ex vertici di Banca Popolare di Vicenza e ai loro familiari e rispetto ai quali c’è stata ieri l’udienza al tribunale del Riesame. 

Nell’aula del tribunale berico si sono dati battaglia i legali dei destinatari dei sequestri e quelli degli ex soci; i primi hanno chiesto la revoca dei sigilli, i secondi (gli avvocati Michele Vettore e Renato Bertelle), la conferma del provvedimento del giudice. Che aveva autorizzato l’azione nei confronti degli ex vertici ritenuti responsabili di trasferimenti di beni a terzi nel biennio 2015-2017, con l’intento – sempre secondo i magistrati – di sottrarre le proprietà alla garanzia dei creditori. Ieri al Riesame si è rivolta Zuffellatto che ha chiesto indietro piscina e campo da tennis, sostenendo che si tratta di porzioni della villa di Montebello accatastate per errore a nome di Zonin, in realtà storicamente a lei riconducibili. La moglie dell’ex presidente Bpvi ha altresì sollecitato la restituzione delle relative pertinenze, compresi vasi da fiori e sedie sdraio.
Zigliotto, rappresentato dallo studio legale Manfredini, ha impugnato le ordinanze sia sotto il profilo del fumus che del periculum in mora. L’avvocato Giulio Manfredini ha sostenuto come l’ex presidente di Confindustria sia estraneo ai reati contestati e come non abbia dato vita ad atti di dispersione del patrimonio.
C’è stata in particolare una discussione tra le parti sul fondo patrimoniale costituito nel 2016 e che, secondo l’avvocato Vettore, era finalizzato a sottrarre i beni all’azione dei risparmiatori. Per Zigliotto, invece, tale fondo era un modalità di condivisione della proprietà con il compagno appena sposato, Matteo Vigolo. I due si sono infatti uniti civilmente e, visto che per i matrimoni gay non esiste normativa che disciplini l’aspetto economico la coppia ha costituito un fondo patrimoniale. Vigolo, con i suoi legali, ha chiesto la restituzione di proprietà di Longare, mentre la figlia di Zigliotto ha chiesto indietro un terreno ubicato a Ravenna.

di Sabrina Tomè da Il Mattino di Padova