E lunedì prossimo, 9 aprile, Micoperi chiamerà nuovamente in assemblea i possessori del suo minibond non convertibile da 35 milioni. La società di Ravenna (il cui presidente è Andrea Monorchio, già vice persiedente della BPVi nel cda con Gianni Zonin, ndr), tra i principali contractor italiani nel settore oil and gas, convoca a Milano i bondholder per deliberare su una nuova moratoria (standstill) dei rimborsi di capitale e pagamenti di interessi fino al prossimo 31 luglio. Se approvati, i termini per il pagamento della seconda (3,5 milioni) e terza rata (5,25 milioni) in conto capitale e degli interessi in scadenza il 29 aprile e il 29luglio saranno posticipati al primo agosto per «consentire il raggiungimento di un accordo per la ristrutturazione del debito» con banche, società di leasing e obbligazionisti stessi.Intanto i documenti delle indagini condotte dagli inquirenti berici sulle operazioni “baciate” dell’ex Banca Popolare di Vicenza gettano nuova luce sul bond Micoperi 5,75% 20152020, codice Isin IT0005105900, taglio da 100mila euro riservato a clienti professionali, emesso il 29 aprile 2015 con l’allora Popolare di Vicenza nel ruolo di advisor, arranger e banca agente.
LA STORIA DEL MINIBOND
Il minibond Micoperinon ha mai avuto vita facile: già nel bilancio 2015 Micoperi segnalava l’avvio della rinegoziazione del regolamento del bond con gli obbligazionisti, approvata il 4 agosto 2016, con il quale il bond da rimborsabile a scadenza veniva trasformato in rimborsabile secondo un piano di ammortamento. Nonostante il pagamento della cedola, il 29 ottobre 2017 Micoperi non riuscì a rimborsare la quota capitale da 3,5 milioni. Cerved Rating Agency che aveva espresso il rating sul bond ritenne che l’evento costituisse «il default dell’entità valutata» e ritirò la valutazione. Il 27 novembre scorso l’assemblea dei bondholder approvava le proposte della società, tra le quali il delisting del bond e una prima moratoria del pagamento della seconda rata in conto capitale dal 29 ottobre 2017 al 2 aprile scorso. Le proposte venivano recepite dall’assemblea straordinata di Micoperi del7dicembre 2017 e Borsa Italiana delistava il titolo il 25 gennaio 2018.
VICENZA E OPERAZIONI “BACIATE”
Dall’inchiesta della magistratura di Vicenza sulle vicende dell’ex Popolare guidata da Gianni Zonin emergono dettagli rilevanti sul minibond di Micoperi e sul doppio ruolo svolto da Andrea Monorchio, indagato (qui lo scrisse VicenzaPiu.com, ndr) come vicepresidente della BPVi (carica ricoperta dal 18 ottobre 2011 al 12luglio 2016) e presidente di Micoperi. Nell’informativa finale della Guardia di Finanza di Vicenza depositata il 6 luglio 2017 si legge (qui anche il documento di avviso Conclusione indagini su Monorchio in possesso di VicenzaPiù) che «dalle investigazioni eseguite è emerso» che Monorchio «almeno dal 2012 fosse a conoscenza della prassi diffusa in BpVi di concedere finanziamenti finalizzati in tutto o in parte all’acquisto di azioni proprie (di BpVi, ndr); che egli stesso abbia perfezionato analoghe operazioni per il tramite della Micoperi SpA (di cui era presidente del CdA) e della sua controllata (controllante, ndr) Protan Srl; che, nella sua qualità di componente dell’organo di gestione di BpVi, abbia avvallato le segnalazioni inoltrate alla Banca d’Italia in cui venivano omesse le decurtazioni al patrimonio di vigilanza delle predette operazioni sul capitale, assistite finanziariamente dalla medesima BpVi».
Secondo le Fiamme Gialle, dalle indagini, intercettazioni e testimonianze e «alla luce di quanto messo in evidenza dalla medesima BpVi con la nota informativa della Direzione Internal Audit datata 28 luglio 2016, è stato possibile rilevare che l’11 dicembre 2012 Micoperi SpA ha ottenuto dalla BpVi un finanziamento di 20 milioni, dei quali 4 milioni sono stati utilizzati il 27 dicembre 2012 per l’acquisto di 64mila azioni BpVi; nel corso dell’aumento di capitale 2014 (della Vicenza, ndr) Micoperi SpA ha acquistato, con risorse proprie, un altro pacchetto di azioni BpVi per 2 milioni; in virtù di appositi accordi intercorsi tra la direzione generale della BpVi e Silvio Bortolotti (legale rappresentante di Protan Srl nonché ad di Micoperi SpA), la Protan Srl – nel 2014 tramite un finanziamento concesso dalla medesima BpVi ha acquistato l’intero pacchetto di azioni BpVi (controvalore 6 milioni) detenute dalla Micoperi SpA, così consentendo a quest’ultima di “ripulire il suo bilancio” ed emettere un minibond da 35 milioni. I consulenti tecnici incaricati dall’autorità giudiziaria hanno effettivamente rilevato che l’acquisto di azioni BpVi da parte della Micoperi SpA per 4 milioni nonché il successivo acquisto di azioni BpVi da parte della controllata (controllante, ndr) Protan Srl per 6 milioni risultano essere interamente finanziati dal medesimo istituto di credito».
I CONFLITTI D’INTERESSE
Sintetici riferimenti ai rapporti tra Micoperi e Popolare di Vicenza appaiono nella sezione “Rischio di confitto di interessi con soggetti coinvolti nell’operazione” del documento di ammissione alle negoziazioni del minibond, redatto da Micoperi, riferiti al Regolamento sulle operazioni con parti correlate della Consob (delibera 17221 del 12 marzo 2010) e al regolamento di vigilanza della Banca d’Italia (9° aggiornamento del 12 dicembre 2011). Né Consob né Borsa Italiana hanno esaminato o approvato il contenuto del documento.
Secondo Letizia Vescovini, avvocato del foro di Modena esperta di diritto degli investimenti, «all’assemblea degli obbligazionisti del 9 aprile verrà chiesta un’ulteriore proroga del rimborso del bond Micoperi. C’è da domandarsi se chi ha sottoscritto il titolo avesse tutti gli strumenti per essere concretamente informato sulle vicende che hanno reso necessario procedere all’emissione di un prestito così sostanzioso e se eventuali conflitti di interesse siano stati comunicati in modo efficace agli investitori, affinché decidessero consapevolmente al momento della sottoscrizione del bond e delle successive delibere assembleari», conclude Vescovini.
LA POSIZIONE DI MICOPERI
Contattata nel merito, Micoperi risponde che «ha resistito alla crisi mondiale dell’oil andgas ed è una delle poche società ancora sul mercato con eccellente reputazione riconosciuta da tuttii committenti. Non ha mai fatto ricorso alla cassa integrazione ordinaria o straordinaria ed ha fatto di tutto per salvaguardare quanto più è stato possibile i livelli occupazionali sia in Italia sia all’estero. La Micoperi è in regola con il pagamento di tutti i contributi, stipendi, imposte e ha sanato momentanei ritardi con ravvedimenti operosi e rateazioni tutti puntualmente rispettati. Rispetto all’inizio della tensione finanziaria, i debiti sono nettamente diminuiti. Come il collegio sindacale, la PwC, obbligazionisti e banche hanno richiesto, è stato avviata energicamente, da oltre un anno, la ricerca di uno o più investitori. Sono già pervenute proposte degne di essere prese in considerazione che necessitano degli ultimi affinamenti. Alla luce di quanto sta per accadere la Micoperi potrà superare con successo lacrisi», conclude la società.
di Nicola Borzi, da Il Sole 24 Ore Plus