BPVi e Pfas, il sindaco e presidente della provincia Rucco sbandiera le costituzioni di parte civile: con spesa pubblica di (im)pura immagine?

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Francesco Rucco e Isabella Dotto
Francesco Rucco e Isabella Dotto

Prima delle elezioni amministrative del 2018 riuscimmo ad ottenere l’impegno pubblico dai due candidati a primo cittadino di Vicenza, Otello Dalla Rosa e Francesco Rucco, a far costituire il Comune, una volta che uno dei due si fosse insediato a palazzo Trissino, come parte civile nel processo BPVi tanto più che il diritto a farlo era palese e non solo etico perché un sia pur piccolo pacchetto di azioni della ex banca era della città.

Sarebbe stato un segno di discontinuità col passato della città tutta asservita ai salotti frequentati da Gianni Zonin e Giuseppe Zigliotto e, soprattutto, sarebbe stato il primo passo per, poi, acquisire tutta la documentazione necessaria ai risparmiatori azzerati per sostenere le proprie ragioni in aula.

Francesco Rucco divenne sindaco e parve rispettare quell’impegno facendo presentare in tempo, a differenza della regione Veneto targata Luca Zaia, la richiesta del comune di Vicenza per essere ammesso dal gip Venditti al processo al cui esito sono legate le residue speranze di determinare alcune delle responsabilità e l’opportunità di recuperare il maltolto, sia pure in parte.

L’incarico fu assegnato con determina n. 1921 del 24 settembre 2018 a un noto studio di Padova, quello del prof. avvocato Giovanni Caruso, per un importo complessivo, si legge nel documento di euro 7.454,38, una cifra di sicuro “contenuta” come sottolinea la determina anche in considerazione del curriculum del professionista.

Così contenuta che non risulta dai verbali delle udienze finora tenute (tutte pubblicate tra i contenuti Premium del nostro sito di informazione finanziaria senza censure bankileaks.com) che  il professionista, una volta ammessa la costituzione di parte civile da lui curata, mai abba presenziato direttamente o con suoi collaboratori al processo.

Detto che non partecipare al dibattimento rende impossibile perorare ogni causa, anche solo quella della ricerca della verità, e, quindi, inutile aver speso sia pure solo 7.454,38 euro per un prestigioso legale, va aggiunto che nulla è stato fatto per acquisire i faldoni della procura, oltre 1.400.000 pagine inaccessibili per i costi (circa 90.000 euro) ai risparmiatori e ai loro legali, singoli o di associazioni che siano.

Eppure prima delle votazioni Rucco, eletto, così come Dalla Rosa, non eletto, aveva promesso che avrebbe anche istituito, ovviamente con quelle carte negli armadi, un ufficio di supporto ai cittadini in quanto soci azzerati.

Ci provò, in effetti, ad inizio mandato, forte anche di una sua indagine conoscitiva, l’ex assessore Isabella Dotto, poi esautorata forse anche per questo tentativo mai supportato dai vertici politici.

Dopo questo bluff di fatto della costituzione di parte civile del Comune di Vicenza per il crac della BPVi, ora Rucco ci rifà, direbbero a Roma, assicurando l’attivazione delle procedure di costituzione come parte civile della provincia, sempre da lui governata, per il dramma Pfas.

Un’altra operazione di pura immagine e di superficiale auto promozione al costo di qualche migliaio di euro e senza reale costrutto?

P.s. La dirigente dell’avvocatura comunale, Loretta Checchinato, motiva la necessità di procedere al conferimento dell’incarico ad un legale esterno con la sua impossibilità a seguire la vicenda vista “la complessità” della stessa e “la possibile rilevante durata del processo… in rapporto al carico di lavoro di questa Avvocatura derivante dal contenzioso già  pendente di particolare entità e complessità seguito dalla sottoscritta quale unico avvocato dipendente con l’ausilio di un solo praticante…“.

Sperando che nel frattempo l’amministrazione Rucco abbia rinforzato per lo meno l’avvocatura comunale, pare geniale aver speso sia pure solo qualche migliaio di euro per non seguire il processo, cosa che sarebbe costata zero con l’avvocato Checchinato impossibilitata a farlo.