I commissari liquidatori di Banca Popolare di Vicenza (BPVi) hanno deciso di appellare in Cassazione le sentenze della corte di Appello di Venezia. Ovvero gli annullamenti delle operazioni baciate emesse dall’istituto di credito attualmente in liquidazione coatta amministrativa.
Sull’edizione odierna de Il Giornale di Vicenza si legge: “Una decisione che gli ex soci “baciati” puntavano a scongiurare e che invece è diventata reale“. Il quotidiano riporta dichiarazione di Mario Azzarita, avvocato dello studio Sat di Padovac he segue diversi ex azionisti BpVi.
“Una scelta – ha detto – che rischia di allungare notevolmente i tempi» visto e considerato che i primi verdetti della Suprema Corte in merito ai casi sollevati dovrebbero arrivare non prima di un anno e mezzo, due. La Cassazione dovrà esprimersi su due versanti: stabilire se le cause erano procedibili e quindi potevano essere promosse (come sostengono i legali degli ex soci) e se la violazione dell’articolo 2358 del codice civile determina la nullità dell’acquisto di azioni correlate anche per quanto concerne le società cooperative.
A inizio ottobre dello scorso anno infatti erano state pronunciate le prime sentenze da parte della Corte d’Appello di Venezia che aveva confermato i pronunciamenti disposti dal tribunale delle Imprese in cui venivano considerati nulli i finanziamenti correlati concessi da BpVi. Anche in questo caso a impugnare i verdetti erano stati i liquidatori dell’istituto di credito di via Framarin che tramite i loro legali avevano deciso di impugnare le sentenze riaprendo così casi che apparivano chiusi.
Il risultato fu che decine di imprenditori, soprattutto vicentini, continuavano a trovarsi in una specie di limbo: con i finanziamenti correlati ancora come fardello e la segnalazione alla centrale dei rischi. Una circostanza che ora, con il nuovo ricorso in Cassazione promosso dalla lca si ripete. In attesa che sulla vicenda cali il terzo e ultimo grado di giudizio”.