Nelle aule sotterranee del tribunale di Vicenza in cui oggi, davanti al collegio giudicante, è partito il processo per il crac della Banca Popolare di Vicenza, organizzazione di buon livello e nessuna sorpresa neanche tra le file di legali che dovevano aggiornare le costituzioni di parte civile o presentarne di nuove. Ce lo ha detto, chiarendoci alcuni aspetti sull’utilità etica di questo passaggio accompagnata, però, da ridotte, se non nulle, aspettative di recupero monetario a parte alcune difese procedurali che si possono innescare per i debiti legati a operazioni di fatto baciate, l’avv. Barbara Puschiasis, tanto sorridente a livello comunicativo, quanto tagliente quando c’è da battagliare (anche col sottoscritto, ndr)
E sono proprio i crediti in sofferenza della Sga, purtroppo debiti per le vittime del doppio crac bancario veneto, al centro dell’intervento odierno per la puntata d’esordio (in esterni, quelle sul dibattimento da gennaio saranno in studio) della nostra rubrica “BPVi, il processo“, della combattiva presidentessa di Consumatori attivi, che, col suo braccio destro Barbara Venuti, è molto attiva in Friuli soprattutto per i risparmiatori che hanno puntato sulla BPVi per i quali supporta la cabina di regia voluta dal Mef per la via più concreta e più veloce per recuperare almeno una parte consistente dei propri risparmi, cioè i ristori regolati dall’articolo 38 del Capo III della legge di bilancio opportunamente emendato in base al lavoro delle associazioni che puntano a un risultato e non solo ad esibizioni estemporanee.
E sugli effetti positivi di questa legge, per la quale ha presentato alcuni emendamenti migliorativi, tra cui quello per l’azzeramento dei patti di quota lite sui ristori suddetti da noi suggeritogli, si è soffermato anche l’avv. vicentino Pierantonio Zanettin, deputato di Forza Italia e già membro del Csm, ora componente della commissione giustizia: “perdere l’occasione di ricevere almeno 1.5 miliardi di euro, lo dico dall’opposizione a questo governo, sarebbe una pura follia da parte dei risparmiatori soci delle due ex popolari venete, perché, finora, un’opportunità del genere non si era mai offerta in massa a chi, comunque, detiene azioni…!“.