Mentre venivamo a sapere che si era sentito male stamattina, 1° dicembre, alle 10.30 davanti al tribunale di Vicenza e, quindi, era stato ricoverato in ospedale Patrizio Miatello, il presidente di Ezzelino III da Onara, che da sempre si sta spendendo anima e corpo per una soluzione economica del crac delle due ex popolari venete (a lui va l’abbraccio nostro e quello di coloro che sta tutelando col massimo sforzo possibile e a prezzo della sua salute), davanti al collegio composto dal presidente Lorenzo Miazzi e dai giudici a latere Deborah De Stefano ed Elena Garbo iniziava proprio in quel momento con una efficiente organizzazione logistica la fase dibattimentale del processo per il crac BPVi a cui, al termine di ogni udienza, dedicheremo una puntata della rubrica video “BPVi, il processo“.
Perché quello iniziato oggi è il più grande e, per il territorio, drammatico processo mai celebrato a Vicenza, quindi per noi, e per decine di migliaia di risparmiatori azzerati, questo è “il processo”, non quello relegato ieri a pagina 21 e oggi a pagina 23 del quotidiano locale
All’udienza odierna, riservata, come la prossima del 15 dicembre, alle costituzioni e integrazioni delle circa 6.000 parti civili, tra vecchie e nuove (che business anche!) rappresentate da centinaia di legali, erano presenti, ovviamente, i procuratori Luigi Salvadori e Gianni Pipeschi, i legali degli imputati o loro delegati, oggi tutti prevedibilmente assenti, cioè, per la responsabilità civile la stessa banca, difesa dall’avv. Mucciarelli, l’ex presidente Gianni Zonin (avv. Ambrosetti e Diodà), l’ex membro del consiglio di amministrazione Giuseppe Zigliotto (avv. Manfredini), gli ex vicedirettori Emanuele Giustini (avv. Ducci e Dominioni), Andrea Piazzetta (avv. Bertolini Clerici) e Paolo Marin (avv. Roetta) e il dipendente Massimiliano Pellegrini (avv. Lazzaro e Pellegrini). Ricordiamo che la posizione di Samuele Sorato (avv. Pinelli è stralciato per motivi di salute da questo procedimento mentre rimane la differenza sostanziale tra il processo di Roma e, poi, Treviso per Veneto Banca in cui sono imputati tutti gli amministratori e i sindaci mentre a Vicenza, a parte Gianni Zonin e Giuseppe Zigliotto rimangono fuori dal processo tutti gli altri membri del cda tra cui nomi eccellenti come Andrea Monorchio, Marino Breganze, Matteo Marzotto, Giovanna Dossena, Roberto Zuccato e tutti i componenti del collegio sindacale (torneremo sull’argomento).
Fuori dal tribunale stazionavano, intanto, non più di un centinaio di soci vittime della banca, per la gran parte aderenti alla Casa del Consumatore di Schio, che con Elena Bertorelli, infatti, aveva chiesto le autorizzazioni di prassi, e nonostante il pullman e il corteo di auto preannunciato dalle due entità, che più ostacolano la soluzione del ristoro reale e consistente per le vittime soprattutto delle due ex popolari venete, cioè il Coordinamento Banche di don Enrico Torta, sempre più senza associazioni da coordinare per il suo presidente Andrea Arman, e Noi che credevamo nella BPVi, sempre più relegata nel ruolo di supporto agli show televisivi del suo presidente Luigi Ugone, che anche oggi non si è negato alle telecamere di colleghi ben attenti alle sue esternazioni antagoniste mentre nelle aule in cui c’erano i protagonisti reali del dramma noi ci accontentavamo, e come se ci accontentavamo!, dei saluti di praticamente tutti con questa frase sintetica: “grazie VicenzaPiù, solo da voi si trovano le informazioni vere e, soprattutto, complete. Continuate così“.
La crisi dell’informazione, locale e nazionale, ben più equipaggiata della nostra povera redazione, sta proprio in quella frase.