‘BPVi. L’azione di (ir)responsabilità’ contro Zonin & c.: prima puntata, la dedica ai giudici penali e civili

335
BPVi. Risparmiatori ingannati
BPVi. Risparmiatori ingannati

Dopo “Vicenza. La città sbancata” e “BPVi. Bugie Popolari Vicentine” (da tempo acquistabili anche in coppia a soli 20 euro invece che 25) è arrivato a febbraio 2019 “BPVi Risparmiatori ingannati. L’azione di (ir)responsabilità”, il terzo libro dossier di VicenzaPiù sulla triste saga della fu Banca Popolare di Vicenza che, poi, potrebbe essere conteggiato come il quarto se si aggiunge “Roi. La Fondazione demolita“.

Questo libro su una vicenda parallela racconta, infatti, con articoli al solito da noi scritti mentre altri si giravano dall’altra parte, lo sfascio gestionale dell’Istituzione voluta dal marchese Giuseppe Roi e usata da Zonin, che ne era presidente (lo statuto assegnava tre membri alla banca), e dai suoi colleghi nel Cda con criteri che l’hanno portata a dissipare anche 29 milioni di euro nell’acquisto delle azioni della banca da lui presieduta.

Mentre ancora si attende che parta la sempre più osteggiata azione di responsabilità per i fatti della Roi e mentre i media all’inizio del processo BPVi, che vede imputato Gianni Zonin insieme a pochi altri, tendono più a evidenziare lo spettacolo delle sue interviste, ovviamente di parte, che ad analizzare le testimonianze dell’accusa, abbiamo deciso di pubblicare a puntate “BPVi Risparmiatori ingannati. L’azione di (ir)responsabilità”.

Lo facciamo pur rischiando di non venderne le ultime copie disponibili, il cui incasso di certo non ci farebbe male dopo il pignoramento della Donazzan e in attesa della sentenza dell’ennesima causa intentataci dal ex re di Gambellara, questa volta insieme a Giuseppe Zigliotto, coimputato nel processo BPVi, in cui ci chiede anche 100.000 euro di danni dopo non essere riuscito nell’intento di averne un milione per le nostre denunce sulla Roi.

Ma, incassi persi a parte anche se potete decidere sempre di comprare il libro anche per sostenerci, vogliamo documentare a un numero di lettori il più ampio possibile, pur senza entrare nel merito delle future decisioni del tribunale di Venezia presso il quale è partito, senza i dovuti echi,l’esame dell’azione di responsabilità per 2 miliardi contro Gianni Zonin, cda, sindaci e direttori: tutti coinvolti non i soli 7 del processo a Vicenza.

I due miliardi di euro di danni chiesti, fuori dal processo penale, nella specifica azione di responsabilità intentata dalla ex popolare vicentina su decisione di una delle ultime sue assemblee sono ben poca cosa rispetto al danno complessivo (flop delle azioni e miliardi di sofferenze che verranno aggredite senza i dovuti distinguo sulle loro origini) arrecato dai gestori della Popolare e/o dai mancati o complici o interessati controlli.

Partiamo oggi con la dedica e i ringraziamenti di rito mentre da domani, come in ogni giorno successivo, fino in fondo, pubblicheremo tutti singoli capitoli.

 

Le cause di… 

Una dedica ai giudici civili e penali 

del dramma dei soci BPVi

“Vicenza. La città sbancata”, la raccolta dei nostri articoli fin dal 13 agosto 2010 sullo tsunami in arrivo per i risparmiatori della Banca Popolare di Vicenza, era di per se stesso dedicato proprio a loro, ai suoi soci poi azzerati che noia avevamo informati per tempo e con coscienza, così come “BPVi. Bugie Popolari di Vicenza”, il libro-dossier agli atti della commissione di inchiesta regionale sulle banche venete con gli articoli della stampa locale inneggianti alle meraviglie della Popolare di via Btg. Framarin, era rivolto sempre a loro, a tutti i risparmiatori tratti in inganno, con la complicità della stampa locale, dalla Banca e dagli organi di controllo e, al momento di andare in stampa, non tutelati per poter recuperare i propri risparmi. 

Quei due testi, per testimonianza diffusa, sono serviti, oltre che a ricostruire la storia dei fatti anche alle prime valutazioni delle responsabilità nelle varie sedi coinvolte, da quelle tecnico-legali a quelle politico-istituzionali, e a rendere più oggettivo e meno faticoso il percorso compiuto dal governo attuale per allargare le maglie della legge 205, approvata fin dal 27 dicembre 2017 dal precedente parlamento all’unanimità ma mai applicata per la forte resistenza del sistema che ha sfruttato le divisioni tra i vari centri di interesse creatisi intorno ai soci. Si è così arrivati alla fiducia finale votata il 29 dicembre 2018 alle legge di bilancio 2019, anche dopo tanti contatti telefonici, innumerevoli scritti e, soprattutto, vari incontri (e scontri) con le associazioni, tutte, e, soprattutto, in tre occasioni finali al Mef col sottosegretario Alessio Villarosa (M5S), che ringrazio, a cui ora sono orgoglioso di rendere pubblica la mia partecipazione attiva sempre con al seguito i dati riportati nei due volumi di “cronaca” e “contro-cronaca” e nei nostri articoli. Nella manovra 2019 approvata è ricompreso un testo, che, pur con qualche non trascurabile insidia di legittimità latente nella sua formulazione, che riconosce per legge di indennizzare in maniera oltre che in misura rivoluzionaria degli azionisti, perché tali legalmente comunque erano i risparmiatori che hanno sottoscritto i titoli della BPVi (oltre che di Veneto Banca e delle altre banche interessate al provvedimento). 

Questo ultimo lavoro, “BPVi. Risparmiatori ingannati. L’azione di (ir)responsabilità” lo dedichiamo, quindi, ai giudici, civili e penali, che stanno vagliando le responsabilità di chi ha scatenato, non controllato sul nascere, reso possibile e favorito nel suo sviluppo e un cataclisma i cui effetti devastanti sull’economia di centinaia di migliaia di soci, se pur in via di sostanziale ma sempre parziale ristoro, ne soffriranno per anni se non decenni.

Se “Il buco è di sei miliardi più almeno il doppio di crediti deteriorati” solo per l’ex Popolare vicentina e se, come scriviamo nel sottotitolo, solo per alcuni (mis)fatti, e non per tutti, “la Banca Popolare di Vicenza chiede due miliardi di danni a Gianni Zonin, agli altri membri del Cda e ai sindaci”, sta ora al lavoro cosciente, equilibrato ma inflessibile dei giudici, civili, individuare e punire i colpevoli puntando anche a far tornare nelle casse della liquidazione coatta amministrativa importi, prelevati dai beni, residui, dei responsabili, parte del maltolto che potrebbe contribuire in parte a “rifondere” alcuni danneggiati, Stato e risparmiatori, in primis. Se nell’elenco dei possibili responsabili civili mancano gli organi di controllo, come Banca d’Italia e Consob per non parlare dei “responsabili politici”, ma sono compresi di fatto tutti i membri del Cda e tutti i sindaci, la futura, si spera non troppo lontana, sentenza del tribunale delle imprese di Venezia, competente per questi procedimenti, sarà addirittura più significativa di quella che emetteranno i giudici penali che all’assenza dei “controllori” aggiungono la presenza tra gli imputati di solo due amministratori e cinque direttori e vice. 

La nostra dedica, perciò, va ai giudici, in primis quelli civili, e, con l’orgoglio di vedere citata la nostra summa di denunce “Vicenza. La città sbancata” nell’atto di denuncia degli addebiti rivolti per conto della banca in Lca dagli avvocati Carlo Pavesi (omonimo dell’ex dg dell’Istituto stesso), Stefano Verzoni e Paolo Pecorella agli attori (ir)responsabili di questo dramma, ringraziamo chi collabora col nostro continuo lavoro di informazione, senza condizionamenti e incurante delle minacce subite anche da certe associazioni che volevano imbavagliarci, e a chi, leggendoci ogni giorno e, magari, iscrivendosi e contribuendo al nostro VicenzaPiù Freedom Club, ci consente di non mollare nel nostro impegno quotidiano che ora proseguirà nell’attuazione, magari migliorativa, degli indennizzi e nel monitoraggio attivo delle azioni legali contro gli irresponsabili e a tutela dei cittadini.