L’Ordine dei Servi di Maria ha perso la causa presentata al Tribunale delle Imprese di Venezia contro il Cda dell’ex Banca popolare di Vicenza (BPVI). Secondo i frati che reggono il santuario di Monte Berico l’istituto era colpevole di non aver voluto riacquistare 20.000 azioni, per circa 1 milione 250 mila euro.
Una notizia importante, questa, che trova ampio spazio oggi, giovedì 6 aprile 2023, nell’edizione cartacea de Il Giornale di Vicenza. Importante, dicevamo, anche perché ViPiù ha sempre sostenuto che cause contro la banca, intentate anche da altri azionisti, avrebbero portato al rigetto del pagamento ai soci, indotti spesso a costituirsi in giudizio da associazioni poco attente ai loro veri interessi (cliccando questo link potrai consultare un’ampia rassegna di articoli sull’argomento).
I frati chiedevano quindi che la Banca riacquistasse le azioni e, nell’intentare la causa a Venezia, i loro legali hanno chiesto anche danni, generati dai mancati investimenti, per una cifra prossima ai 700 mila euro.
Il Tribunale delle Imprese di Venezia ha rigettato la richiesta dell’Ordine ma “lo ha anche condannato a risarcire i componenti del Cda citati a giudizio”, spiega il GDV, per una cifra di circa 300 mila euro per le spese di lite, generali, Iva e interessi.
Per i giudici la BPVI non aveva obblighi di ricomprare le azioni in questione e questo anche se precedentemente una operazione di questo tipo era effettivamente avvenuta tra le parti, tra il 2012 e il 2013, anzi c’era un blocco della “ricompra” imposto nel 2014 dalla BCE.
L’approfondimento del GDV, firmato dal collega Matteo Bernardini, si sofferma anche sul fatto che il pronunciamento sulla istanza dei frati di Monte Berico potrebbe fare giurisprudenza per altre cause simili, di cui, su questo fronte, ce ne sarebbero almeno quattro.