(Adnkronos) – ”Fondazione Bracco è orgogliosa di questa operazione culturale unica a livello internazionale e di valore storico. Sono passati 555 anni, Piero della Francesca è un pittore eccezionale. Nelle sue figure c'è un'aura di preveggenza: penso all’Arcangelo San Michele che è veramente splendido e mi stupisco, vedo dei riflessi anche posteriori del Novecento, perché io ho un Casorati metafisico che me lo ricorda molto. Ma mi ricorda anche Massimo Campigli nella sua opera ‘Danzatrici’, perché ha questa aura preveggente”. Lo ha detto Diana Bracco, presidente di Fondazione Bracco, intervenuta a margine dell’evento di presentazione, da parte del Museo Poldi Pezzoli di Milano, della mostra ‘Piero della Francesca. Il polittico agostiniano riunito’ con il sostegno di Fondazione Bracco quale Main Partner. In un’esposizione unica e irripetibile, viene presentato, per la prima volta nella storia, dopo 555 anni dalla sua realizzazione, un capolavoro di Piero della Francesca: il Polittico agostiniano. L’opera realizzata da Piero Della Francesca per l'altare maggiore della chiesa degli agostiniani a Borgo San Sepolcro è databile al 1454-1469 e conta otto tavole al momento conosciute in quanto quella centrale e gran parte della predella sono attualmente disperse. La mostra, ideata da Alessandra Quarto, direttore del Museo Poldi Pezzoli, è a cura di Machtelt Brüggen Israëls (Rijksmuseum e Università di Amsterdam) e Nathaniel Silver (Isabella Stewart Gardner Museum, Boston), studiosi di livello internazionale e gli ultimi a proporre la ricostruzione del polittico nel 2013 presso la Frick Collection di New York sulla base delle indagini finora condotte. L’organizzazione della mostra è a cura di Lavinia Galli, conservatrice, e Federica Manoli, collection manager, del Museo Poldi Pezzoli, con il coordinamento di Arianna Pace, dell’ufficio mostre: “Ho applaudito l’attività della dottoressa Quarto perché effettivamente in brevissimo tempo ha messo insieme un evento straordinario – sottolinea Bracco – ed effettivamente siamo passati a pochi centimetri da queste tavole e siamo davvero fortunati ad avere questa bellezza italiana sotto mano, sotto gli occhi, con il mezzo diretto del museo”. A colpire maggiormente la presidente di Fondazione Bracco, l’aura del San Michele Arcangelo: “Quello che mi piace di più è questa immagine dell'Angelo che è incredibile e assorta, che guarda oltre e ha tutta una struttura che mi ricorda addirittura Giotto, però mi fa venire in mente anche i moderni, come Sironi, Campigli e il mio meraviglioso Casorati metafisico, ha proprio quest’aura”. La diagnostica per immagini sul “San Nicola da Tolentino” del Poldi Pezzoli, voluta da Fondazione Bracco e realizzata in situ dal team di ricercatori dell’Università di Milano, dello spinoff IUSS Pavia DeepTrace Technologies con la collaborazione del Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale, coordinato dalla professoressa Isabella Castiglioni, ha permesso di ripercorrere le tecniche di lavoro del pittore e i materiali utilizzati, nonché le strade della composizione, dello smembramento e della ricostruzione del polittico: “Unire alla parte culturale, che è quella che ci commuove, che ci piace e che esalta anche la tematica scientifica è una cosa che Fondazione Bracco fa sempre. La tematica scientifica si traduce nell’andare all’interno delle opere con le procedure diagnostiche più moderne e capirle fino in fondo – precisa Bracco – In questo caso lo possiamo vedere nel video che è stato creato dove sono sintetizzate tutte le scoperte sul colore, perché anche il colore è una tematica importantissima. Qui ci sono tecniche di Beato Angelico nuovissime come quelle dello spolvero di carbone che sono assolutamente nuove”. “Si è parlato della particolarità dell’attività di Fondazione Bracco quando partecipa ad un evento culturale ed è quello di applicare la sua abilità storica che è quella delle analisi diagnostiche all’opera d’arte e anche qui è stata fatta questa operazione. La dottoressa Castiglioni ha coordinato, e non è la prima volta che lavoriamo insieme, questo team di analisi diagnostiche con diverse tecniche non invasive e anche di restauro, riuscendo a lavorare sui colori. Noi diciamo che la bellezza serve alla salute, questo è vero, in quanto ci sono diversi studi che dimostrano come la fruizione della bellezza aiuti il malato, la psicologia e il coraggio. Quindi la bellezza aiuta la salute e la scienza aiuta la salute, è un binomio veramente formidabile e noi lo continueremo a portare avanti”, conclude. —culturawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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