Bracconaggio, la denuncia di Zanoni (PD): fondi pubblici associazioni venatorie usati per buffet di pesce e rinfreschi

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Andrea Zanoni, Consigliere regionale del Veneto
Andrea Zanoni, Consigliere regionale del Veneto

Con il “Collegato alla legge di stabilità regionale 2018” (articolo 59 della legge regionale 47 del 2017) la maggioranza Lega, Fdi e FI ha introdotto nella legge regionale sulla caccia, la 50 del 1993, un nuovo articolo, il 39 bis, intitolato “Azioni per contrastare il fenomeno del bracconaggio”. Questo articolo è stato finanziato con le manovre di bilancio nel 2018, 2019 e 2020 rispettivamente con 350.000 euro, 250.000 euro e 300.000 euro per un totale di 900.000 euro.

“Ho denunciato da subito la gravità di questo sperpero di denari dei contribuenti – attacca in un comunicato il consigliere regionale Andrea Zanoni vice presidente della commissione ambiente – perché i fondi venivano destinati alle sole associazioni venatorie ma soprattutto non venivano finalizzati all’attività di vigilanza. Se Zaia e la sua maggioranza volevano contrastare veramente il bracconaggio dovevano destinare questi fondi alle guardie venatorie delle associazioni venatorie, agricole e soprattutto ambientaliste ed animaliste, ma non alle associazioni. Inoltre nella legge non è previsto il rimborso di rinfreschi e cene a differenza del successivo bando preparato dagli uffici dell’assessore regionale alla caccia Giuseppe Pan.

“La notizia passata sotto tono per tutte e tre le manovre di bilancio – continua Zanoni – è emersa nella sua totale gravità grazie a due recentissimi episodi di metà e fine dicembre 2019: il primo relativo ad un finanziamento dell’Associazione Cacciatori Veneti al partito della Meloni, Fratelli d’Italia, di ben 70.000 euro, associazione presieduta oggi dal consigliere regionale Sergio Berlato, coordinatore regionale di Fratelli d’Italia e presidente della Commissione Caccia e Agricoltura, associazione che grazie a questa legge ha incassato ben 64.000 euro di fondi dei contribuenti relativi al 2018; il secondo per la vignetta sessista di Natale dello stesso Consigliere Berlato contro le donne vegane e animaliste che poi si sono rivoltate doppiamente essendo loro stesse, in qualità di contribuenti che pagano le tasse, finanziatrici dell’associazione venatoria di Berlato.”

“Per vederci chiaro – racconta Zanoni – tramite un accesso agli atti alla Giunta Regionale sono venuto in possesso delle pezze giustificative delle spese sostenute dalle varie associazioni alle quali sono state attribuite le seguenti somme: ANUU Migratoristi 33.472 euro (unica associazione che poi ha rinunciato al contributo), Associazione Cacciatori Veneti 64.093 euro, Federcaccia Veneto 74.307 euro, Libera Caccia 58.000, Ente Produzione Selvaggina 32.842 euro. Sottolineo che i presidenti regionali di Federcaccia e Associazione Cacciatori Veneti sono seduti nell’aula del Consiglio regionale che ha approvato questa legge, il primo è il consigliere Gianpietro Possamai della Lega e il secondo è Sergio Berlato di Fratelli d’Italia.”

“Trovo disdicevole – commenta Zanoni – che questa maggioranza tagli i servizi alla sanità, costringendo addirittura i genitori a licenziarsi per seguire i propri cari disabili, non più coperti da un adeguato numero di ore di assistenza, per dare un milione di euro alle associazioni venatorie che poi si pagano anche feste e festine a base di prosecco, spaghetti allo scoglio, pizzette, orata al forno o entrée di acquadelle in saor. Dai documenti ho letto cose da non credere, spese per rinfreschi a base di pizzette sfoglia, salatini, patatine, prosecco, pranzi e cene con torte, agnello con patate, salsicce, gnocchi al ragù, tagliere di formaggi, o ancora spaghetti allo scoglio, poi uno scontrino per una persona per un pranzo a menù fisso da 121 euro servito in un ristorante veneziano, e ancora risotto di pesce, nocciole con gamberetti e zucchine, orata al forno oppure fritto misto con polenta, entrée di acquadelle in saor e vellutata di mais con guazzetto di pesce, risotto con vongole mantecate al mascarpone, paccheri con guazzetto di piovra, ecc.. Oltre alle feste e festine qualcuno, più splendido ancora, si è pure fatto rimborsare il taglio dell’erba.”

“Questo è quello che emerge solo dall’esame del primo anno di questi fondi – continua Zanoni- ho chiesto con un secondo accesso agli atti anche i documenti e le fatture del 2019 perché quando si parla dei soldi dei contribuenti veneti bisogna vederci chiaro. Depositerò un’interrogazione per chiedere come sia possibile rimborsare tali assurde spese, un vero affronto a chi fa salti mortali per arrivare a fine mese, per chiedere quali risultati siano stati ottenuti nella lotta al bracconaggio che richiederebbe ben altri mezzi rispetto alle laute cene a base di pesce. Sato valutando con i legali un esposto alla Corte dei Conti perché potrebbe trattarsi anche di danno all’erario. E meno male che ci sono le leggi dello Stato, con questa maggioranza asservita alla caccia non oso pensare cosa potrebbe accadere su questo settore una volta ottenuta l’autonomia.”

“Con la legge si è inoltre previsto un privilegio più unico che raro, ovvero l’erogazione alle associazioni dei cacciatori di un acconto pari al 30% della spesa, quando, solo per fare un esempio, per gli incentivi per la rottamazione delle auto e stufe inquinanti, o per l’acquisto dei sistemi di accumulo per gli impianti fotovoltaici, questo beneficio non è previsto e i contribuenti devono anticipare il 100% della spesa.”

“Trovo squallido come questa maggioranza sia riuscita a mascherare questo sperpero di danaro pubblico con un’azione benefica per la lotta al bracconaggio – continua Zanoni – perché di contrasto al bracconaggio se ne è visto ben poco, anzi nel primo anno di spesa di questo odioso contributo, il bracconaggio in Veneto è aumentato esponenzialmente con l’uccisione di animali rari e in via di estinzione come l’uccisione di un Marangone minore, di un Corvo imperiale, di un Lupo in Lessinia, di rapaci diurni, tutto documentato in due interrogazioni a risposta immediata, le n.567 del 2018 e 821 del 2019 depositate come primo firmatario e sottoscritte dai colleghi del PD più altri. Eppure il Veneto avrebbe bisogno di un serio impegno per il contrasto al bracconaggio dato che il Piano Nazionale di Contrasto al Bracconaggio, approvato nella conferenza Stato e Regioni il 30 marzo 2017, vede proprio in Veneto dei punti caldi del bracconaggio, i cosiddetti “black spot” individuati nella pedemontana e nelle zone umide del Delta e della Laguna, dove la caccia illegale sta creando gravi danni alla fauna selvatica e pertanto dovrebbe essere contrastata con forza ed in maniera efficace, e invece la maggioranza a guida Zaia dà un milione di euro alle associazioni venatorie che poi si pagano anche le feste e festine.”

“Credo che solo in Veneto si contrasti il bracconaggio con cene e rinfreschi a base di pesce, pizzette, salatini e prosecco grazie ai soldi dei contribuenti, con tanto di ringraziamento di cacciatori e soprattutto bracconieri – conclude Zanoni – è finalmente ora che i contribuenti inizino a farsi qualche domanda sull’operato della Giunta Zaia & Co.!”

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