E anche per quest’anno – dichiara in una nota Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale – dello sbarramento contro il cuneo salino alla foce del Brenta se ne parla l’anno prossimo. Da Roma, infatti, arriva la notizia che il Ministero per l’Agricoltura non dispone dei 9.5 milioni aggiuntivi ai già 20 programmati per l’opera pubblica: la causa, dicono dal Consorzio di bonifica Adige Euganeo, sta nei rincari delle materie prime a seguito della guerra in Ucraina”.
Comprendo la crescita dei prezzi e l’improvviso aumento del fabbisogno -argomenta la consigliera- e faccio mie le preoccupazioni del Consorzio, il quale osserva come ai progetti esecutivi e addirittura già in cantiere fa spesso seguito lo stop per la penuria di risorse. Ma è un dato di fatto, ormai, che dal governo Meloni a Chioggia non arrivano più risorse e che chi guida la città non sa far valere efficacemente nessuno dei presunti buoni uffici con i propri contatti romani». Baldin fa riferimento “al recente diniego dei fondi della Protezione Civile nazionale per far fronte ai disagi sofferti dalla popolazione e dalle imprese durante le mareggiate del novembre 2022. Anche un mese fa, alla documentata richiesta della cittadinanza e allo stato di emergenza decretato dalla Regione, il governo Meloni ha risposto picche – spiega Baldin – Eppure le destre devono capire che le cose sono cambiate: dopo che per anni, quando stavano all’opposizione, hanno invocato le colpe degli esecutivi centrali avversi, ora non hanno più alibi e devono assumersi le proprie responsabilità per risolvere i problemi dei territori».
La consigliera regionale e coordinatrice metropolitana del M5S ricorda che «il governo Conte II, ad esempio, bloccò l’entrata in funzione del deposito di gpl in Val da Rio, prendendo a cuore gli interessi della città. Lor signori, al contrario, dimostrano di non saper aiutare l’agricoltura né difendere l’ambiente, agendo contro il cuneo salino nel Brenta. È sempre più chiaro come Chioggia per la destra non conta niente, a Venezia come a Roma. E presto, mi auguro, lo comprenderanno anche coloro che l’hanno votata. La speranza è che almeno il progetto riguardante analogo intervento alla foce dell’Adige, finanziato con 22 milioni lo scorso maggio, riesca ad andare in porto.
Siamo di nuovo prossimi all’ennesima, drammatica siccità -conclude Erika Baldin- dovuta ai cambiamenti climatici e all’azione umana. Serve ripristinare il normale ciclo dell’acqua di fiume, ed evitare che venga invasa dal mare, mettendo a rischio le colture. Ma evidentemente la ‘filiera’ invocata dall’amministrazione di centrodestra non funziona, anzi fa acqua da tutte le parti: solo che è acqua salata, e fa pure male.