La realizzazione della bretella Ponte Alto-Maddalene – scrive in una nota Franca Equizi del Partito dei Veneti-Grande Nord – sta trovando seri problemi per l’abbondante presenza di acqua. Laghetti, anche profondi, sono comparsi fin dall’inizio dei lavori e non sono scomparsi neppure con la siccità estiva. Il sottopasso in costruzione di Viale Ambrosini, nonostante il costante utilizzo di pompe idrovore, è praticamente sempre allagato.
Problemi facilmente prevedibili, infatti, storicamente l’area interessata, a causa delle risorgive tuttora presenti, era una grande palude. Fu bonificata intorno al 16° secolo da alcuni nobili, per lo più veneziani, che costruirono le loro ville-fattorie e avviarono una fiorente coltivazione e commercializzazione di riso. Chissà come mai il trasporto fino a Venezia del prezioso cereale avveniva con appositi barconi utilizzando le varie roggie tuttora esistenti.
Sono state ignorate inoltre anche le numerose criticità riportate nei documenti allegati al progetto. La relazione illustrativa, allegata alla delibera comunale del 2009, mette in evidenza il problema della rotatoria prevista al Moracchino per la presenza di importanti risorgive, infatti,qui i lavori sono fermi da molti mesi e il cantiere è sempre allagato per la gioia delle zanzare. La Carta delle Fragilità segnala la presenza di “Aree esondabili o ristagno idrico” della Roggia Dioma, di rischio idraulico e di aree di pericolosità idraulica.
L’Anas nella relazione allegata al progetto definitivo scrive: “da considerare che per tutto il tracciato l’acqua di falda ha una quota prossima al piano campagna, mediamente a meno di 1m”.
Era evidente, visto le premesse, che la costruzione di questa strada con vari sottopassi è a dir poco problematica se non impossibile e in ogni caso sicuramente con futuri ingenti costi di manutenzione, ma i nostri lungimiranti amministratori hanno voluto a tutti i costi questo inutile scempio.Ricordo che il monitoraggio del PM10, fatto da Arpav nel 2013, non ha rilevato particolare criticità ambientali rispetto alle altre zone della città, infatti, il traffico pesante da anni, causa crisi, è in notevole diminuzione.
Perché allora sprecare tanto denaro pubblico, circa 90 milioni di euro, per costruire un’opera che costituirà un grave pericolo per il sistema idrogeologico? Con questa cifra si potevano pagare i pedaggi autostradali ai tir per decenni e decenni? La costruzione della bretella va bloccata immediatamente senza se e senza ma.
Perché non pensare, invece, ad una idrovia meno impattante e più adatta al territorio?
L’articolo Bretella dell’Albera, Equizi (Partito dei Veneti): “meglio un’idrovia…” proviene da Parlaveneto.