Brexit dalla democrazia: parlamento chiuso per 5 settimane. A Londra va bene, a Hong Kong sarebbe regime

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Parlamento chiuso a Londra
Parlamento chiuso a Londra
Il premier britannico Boris Johnson ha chiesto e ottenuto dalla regina Elisabetta la sospensione delle attività del parlamento per 5 settimane. Una chiara sospensione della democrazia. Ci dicono che la regina non poteva fare a meno di accettare questa richiesta.
Di fatto il parlamento britannico non potrà discutere della principale decisione da prendere, la brexit, e non potrà, quindi, interferire  con le decisioni del premier al riguardo.
Non c’è che dire un esempio “alto” di rispetto delle istituzioni e un’applicazione per lo meno discutibile dei principi democratici.
L’avesse fatta qualcun altro e non il premier di un paese “culla della civiltà occidentale” avremmo gridato al colpo di stato.
Ma, da buoni “colleghi”, siamo pronti a passare sopra a queste cose.
Resta però un dubbio: perché consideriamo la Cina poco democratica dal momento che le proteste di Hong Kong fanno scrivere di “regime” e di “mancanza di libertà” e, invece, consideriamo democratici paesi come la Francia che reprime con estrema violenza (feriti e anche morti) la protesta dei “gilet gialli” o la Gran Bretagna che sospende il suo parlamento perché il premier non vuole essere intralciato nelle sue decisioni?
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Giorgio Langella
Giorgio Langella è nato il 12 dicembre 1954 a Vicenza. Figlio e nipote di partigiani, ha vissuto l'infanzia tra Cosenza, Catanzaro e Trieste. Nel 1968 il padre Antonio, funzionario di banca, fu trasferito a Lima e lì trascorse l'adolescenza con la famiglia. Nell'ottobre del 1968 un colpo di stato instaurò un governo militare, rivoluzionario e progressista presieduto dal generale Juan Velasco Alvarado. La nazionalizzazione dei pozzi petroliferi (che erano sfruttati da aziende nordamericane), la legge di riforma agraria, la legge di riforma dell'industria, così come il devastante terremoto del maggio 1970, furono tappe fondamentali nella sua formazione umana, ideale e politica. Tornato in Italia, a Padova negli anni della contestazione si iscrisse alla sezione Portello del PCI seguendo una logica evoluzione delle proprie convinzioni ideali. È stato eletto nel consiglio provinciale di Vicenza nel 2002 con la lista del PdCI. È laureato in ingegneria elettronica e lavora nel settore informatico. Sposato e padre di due figlie oggi vive a Creazzo (Vicenza). Ha scritto per Vicenza Papers, la collana di VicenzaPiù, "Marlane Marzotto. Un silenzio soffocante" e ha curato "Quirino Traforti. Il partigiano dei lavoratori". Ha mantenuto i suoi ideali e la passione politica ed è ancora "ostinatamente e coerentemente un militante del PCI" di cui è segretario regionale del Veneto oltre che una cultore della musica e del bello.