Broker trading esteri, eToro. Anna D’Antuono (legale, consulente Aduc): caso emblematico, grane ed ostacoli per le rivalse

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Broker trading esteri
Broker trading esteri

Da oltre un decennio siamo in prima linea contro i broker, abusivi e non, che imperversano promettendo guadagni col trading per poi quasi sempre prosciugare i malcapitati – si legge nella nota sul canone Rai che pubblichiamo a firma dell’Aduc (qui altre note dell’Associazione per i diritti degli utenti e consumatori su ViPiu.it, ndr) –. Una delle piazze più attive è, come sappiamo, Cipro la cui autorità di vigilanza CySec è stata nel marzo scorso pesantemente richiamata dall’Esma, l’Autorità Europea del settore, per le sue falle operative oltre che per vere e proprie omissioni.

Essendo un paese Ue, Cipro dovrebbe garantire la vigilanza sui broker come da normativa comunitaria ed invece, assieme ad altri come Malta, è diventata il paradiso degli intermediari poco seri se non quando propriamente truffaldini.

Raccontiamo una storia che riguarda un broker di quelli che vanno per la maggiore, eToro, autorizzato appunto a Cipro. Non è una storia di operazioni sui mercati finanziari bensì di verifiche antiriciclaggio molto strane che hanno portato il conto del cliente ad azzerarsi.

Un cliente di nazionalità italiana residente in Spagna e che utilizza un broker autorizzato a Cipro. Nonostante si tratti di paesi dell’Unione Europea, l’accaduto ci fa sovvenire le parole di un funzionario Consob il quale ci disse che nella loro attività “quando si ha a che fare con l’estero si incorre sempre in complicazioni”.

Anche questa è una storia complicata dall’intreccio di varie autorità di vigilanza bancarie e finanziarie di più paesi. Il che rappresenta un ostacolo per i clienti ed una manna per chi lavora in maniera poco limpida.

Vediamo i fatti.

Nel luglio 2021, il cliente (italiano residente in Spagna) apre un conto su eToro -di cui si era già servito l’anno prima- versandovi una somma non piccola. Vengono seguite tutte le procedure, tra cui l’identificazione ai fini della normativa antiriciclaggio in base a cui il cliente dichiara che la somma proviene da un lascito.

Nel gennaio scorso, dopo quindi sei mesi, eToro gli comunica una “investigazione sul proprio conto e patrimonio” per sospetto riciclaggio, anche perché risulta disoccupato, richiedendogli documentazione bancaria. Il cliente risponde inviando quanto richiesto, da cui si evince che svariati anni addietro aveva ricevuto una donazione da parte di un familiare. Nonostante ciò, eToro blocca il conto perché “ a fonte del denaro non è sicura” e richiede una nuova conferma della banca. Nemmeno il successivo invio dell’estratto conto originale dell’epoca viene considerato da eToro utile a dimostrare la provenienza legale della somma. E qui ci poniamo la prima domanda: il cliente ha dichiarato tutto sin dal principio, come mai la funzione antiriciclaggio di eToro si è attivata soltanto sei mesi dopo, quando invece tutti i dati erano immediatamente disponibili?

Le stranezze non finiscono qui.

Il giorno 11 marzo il conto è bloccato con le motivazioni indicate ma poi viene repentinamente sbloccato. Il 30 marzo interviene un nuovo blocco, con la concessione di sette giorni per chiudere le posizioni in essere. La riapertura non torna se non è definitiva: un riciclatore avrebbe potuto far sparire in un istante il denaro tramite banali operazioni incrociate.

Altra stranezza ancora.

Il giorno dopo il nuovo blocco, quindi il 31 marzo, al cliente viene proposto di rimanere con eToro per il solo ed ulteriore periodo limitato pari a “massimo tre settimane, previa proposta ed accordo da firmare per iscritto, specificando l’assunzione di ulteriori rischi in capo al titolare“. Qui trasecoliamo! Come si può proporre una qualsiasi operatività ad un cliente il cui conto è stato bloccato per indagini ai fini dell’antiriciclaggio? Insomma, il cliente è in regola oppure no? Questa proposta conferma che c’è qualcosa che non quadra sin dal blocco iniziale.

Ci auguriamo che eToro, già al corrente del nostro intervento, voglia rispondere agli interrogativi che stiamo per porre a numerose Autorità di Vigilanza dei paesi interessati.

Anna D’Antuono, legale, consulente Aduc