In un clima da #staisereno per oltre 300.000 risparmiatori/soci/obbligazionisti delle banche in Lca (tra cui Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca) e di quelle risolte (Carife, Etruria, Banca Marche e Carichieti) sta creando non poche preoccupazioni lo stralcio della bozza del Def che gira sui social in cui dovrebbero confluire la nuova norma a loro favore e che, invece, sembra la fotografia del buco nero degli indennizzi promessi dal governo del cambiamento, che, però, fino ad oggi non ha fatto altro che cambiare… le promesse, come l’ultima del premier Giuseppe Conte che assicurava il nuovo decreto legge per il 9 aprile.
Se già il 9 febbraio con l’inconcludente show a Vicenza di Luigi Di Maio e Matteo Salvini non lascia ben sperare, il salto della data del 9 aprile apre una voragine che la bozza del Def fa diventare un cratere senza fine, il buco nero degli indennizzi.
Sperando che sia solo un, ennesimo, errore ecco il testo: “… si introducono nuove misure per il ristoro dei risparmiatori che hanno subito un danno ingiusto a seguito dell’acquisto di strumenti finanziari emessi dalle banche sottoposte ad azione di risoluzione (in termini netti circa 0,05 miliardi nel 2019, 0,3 miliardi nel 2020 e 0,4 miliardi nel 2021 rispetto a corrispondenti stanziamenti di bilancio di circa O,5 miliardi annui nel triennio…“.
Tradotto: il miliardo e mezzo dei fondi dormienti promessi e assegnati diventano ora 0.750 milioni in tre anni, cioè la metà.
Senza voler infierire (si parla solo di banche risolte e non di quelle in Lca, cioè le due venete che rappresentano gran parte del danno subito) chiediamo a governo e tecnici:
- è un altro errore?
- se non lo è in quale buco nero sono spariti 750 milioni?
Signori, si cambia?