Buffalo, Acerbo e Galieni (Partito della Rifondazione Comunista): lo stragista USA utilizza le stesse parole di Meloni e Salvini

372
La strage di Buffalo (foto Ansa Epa)
La strage di Buffalo (foto Ansa Epa)

La strage razzista di Buffalo è l’ennesima di una lunga serie con un copione identico da Utoya a El Paso e anche in Italia ci sono precedenti, innanzitutto nella politica – scrivono nella nota che pubblichiamo Maurizio Acerbo, segretario nazionale, e Stefano Galieni, responsabile immigrazione del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea.

L’autore della strage nel suo delirante manifesto espone la teoria della “sostituzione etnica” e la paranoica tesi del “genocidio dei bianchi” da parte di minoranze e di immigrati “dall’alta fertilità”. Rivendica la strage “per incitare violenze e rappresaglie e acuire la divisione fra genti europee  ed i ‘sostitutori’ che mirano ad occupare il loro territorio…“.

Negli USA l’ultradestra di Bannon e Trump sostiene queste ideologie paranoiche e razziste e certi frame narrativi vengono diffusi da tv come Fox News.

In Italia circolano, per ora, meno armi ma ci sono partiti come Lega e Fratelli d’Italia che hanno mutuato con successo da gruppi neofascisti questa propaganda.

Lo stragista Usa di Buffalo, utilizza concetti diffusi dalle nostre parti da Meloni e Salvini che hanno usato nelle loro campagne xenofobe anti-immigrati, espressioni come “sostituzione etnica” e “genocidio degli italiani”.

Anche in Italia ci sono state stragi e omicidi suprematisti. Come a Firenze dove un “simpatizzante” di Casa Pound Gianluca Casseri ammazzò, nel dicembre 2011, due cittadini senegalesi in un mercato.

A Macerata Luca Traini, vicino a Forza Nuova e Casa Pound e candidato nella lista della Lega, nel 2018 sparò a 5 immigrati per strada.

A Fermo sempre nel 2018 Amedeo Mancini un ultrà di destra ammazzò un 36enne nigeriano, Emmanuel Chidi Namdi, che aveva reagito agli insulti rivolti alla moglie definita “brutta scimmia”.

Ma sono tanti i casi di violenza fisica e/o verbale, compiuti ai danni di cittadini in nome del fatto che i loro tratti somatici tradivano una provenienza da altri Paesi. A volte sono stati denunciati all’Unar (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) o alle forze dell’ordine, spesso vengono taciuti, anche per timore di ritorsioni. Devono essere molto efferati per fare notizia, altrimenti passano sotto silenzio grazie ad una xenofobia e a un razzismo sdoganati dalle stesse leggi dello Stato.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale

Stefano Galieni, responsabile immigrazione

Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea