«I nostri musei crescono più di quanto abbiano fatto i musei statali… con un raddoppio degli incassi in quattro anni… Per far si che i musei possano offrire sempre di più ai turisti, con la possibilità di aumentarne il numero, ritengo che sarebbe opportuno che gli incassi potessero essere reinvestiti nell’ambito di una gestione autonoma cosa che oggi non avviene perché il denaro rientra nel bilancio generale dell’intero Comune. Ricordo, comunque, che l’attuale gestione ha consentito di coprire le spese per oltre il 70%»: questo dichiarava Jacopo Bulgarini d’Elci il 18 gennaio scorso.
Bei dati indubbiamente di cui bisogna rendere onore anche a lui, assessore alla crescita, di cui fanno parte la cultura e la gestione museale.
Ma sul rammarico sulla destinazione degli incassi e sul 30% mancante per coprire tutte le spese di gestione dei musei bisognorebbe ricordare allo stesso Bulgarini che il canone che il Comune fa pagare a un privato che voglia utilizzare il salone della Basilica Palladiana per un evento di certo non commerciale è pari a 10.000 euro al giorno mentre per i 180 giorni della mostra “Van Gogh. Tra il grano e il cielo” il costo praticato dal Comune è euro 0…
Ora tra il milione e ottocentomila euro che costerebbero a listino i 180 giorni di disponibilità piena e commerciale del salone (escluse le altre pertinenze) e la gratuità totale dei locali per Linea d’Ombra di Marco Goldin non ci sarebbe, egregio assessore, una cifra congrua che tenga conto, oltre che dello sconto quantità, delle giuste esigenze di guadagno dell’imprenditore privato ma anche di quelle del comune (ergo della comunità) pur tenendo conto dei vantaggi indotti per l’economia turistica totale?
Il tutto tenendo anche in buon conto che Linea d’Ombra, a fronte delle altre spese, incassa non solo l’ammontare milionario della biglietteria e del merchanding ma anche le sponsorizzazioni.
E che la cifra sborsata dal main sponsor Segafredo Zanetti, che affianca gli importi versati dai partner International Exhibition Group (l’ex Fiera), Aim e la Fondazione Roi, non sia un dettaglio, anzi, lo dimostra proprio l’importo elargito dalla solita Roi: ben 100.000 euro…
È sicuro, allora, sig. assessore di aver fatto tutto il giusto, oltre che lamentarsi col Comune di cui è (ancora) vice sindaco, per pareggiare almeno i costi di gestione dei musei con un canone dignitoso a carico di Goldin, che incassa in 180 giorni ben più degli 1,2 milioni di euro incassati dal Comune con i biglietti venduti per tutti i suoi (nostri) musei in un anno?
Oppure la tanto, da lei, sbandierata collaborazione pubblico privato non funziona come i project fiancing di sartoriana memoria, cioè i guadagni al privato, i costi al pubblico?