Bullismo e criminalità giovanile, Meritocrazia Italia: “È vera e propria emergenza”

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Di bullismo e criminalità minorile continua a parlarsi quotidianamente. Si intensificano gli episodi di violenze fisiche, verbali e psicologiche ai danni di giovani e giovanissimi, e non mancano epiloghi tragici di gesti estremi.

Prevaricazione e umiliazioni inferte compromettono la salute della vittima, coinvolgendone la struttura psico-emotiva.

Studi importanti sul tema dimostrano che può individuarsi una correlazione tra atti di bullismo e dispersione scolastica (altra rilevante problematica che deve essere oggetto di immediati interventi da parte della Pubblica Amministrazione).

Non è un caso, poi, che contestualmente si siano diffuse a macchia d’olio patologie comportamentali, quali disturbi d’ansia e dell’umore, autolesionismo, deficit di attenzione, iperattività, disturbo oppositivo-provocatorio; fino ad arrivare ai casi di ideazione suicidaria.

Si aggiunga che la vittima di bullismo percepisce la realtà con pochi colori, quelli dell’arroganza, del risentimento, della paura e del profondo rancore verso se stesso. Tale condizione non aiuta a scongiurare il rischio che in età adulta si possa poi incorrere nelle dipendenze da alcool e sostanze psicotrope.

Combattere il bullismo non è impossibile. Occorre, però, saper puntare sulla cooperazione e intensificare le attività di controllo e di supporto. Per tale ragione sarebbe opportuno realizzare azioni sinergiche di prevenzione, che devono trovare attuazione dapprima all’interno del contesto scolastico.

A volte, poi, il fenomeno degenera. Il bisogno di sentirsi parte di un gruppo, di non vedersi ‘messi da parte’, combinato all’irrefrenabile desiderio di trovare una propria identità, induce l’adolescente a unirsi ad aggregazioni di giovani criminali: le baby gang.

Con la stessa velocità del bullismo, infatti, viaggia anche la criminalità minorile, altra grande e grave piaga della società. La delinquenza minorile è un fenomeno che si sviluppa sul concetto di devianza, ovvero sull’insieme dei comportamenti che si allontanano dalle norme sociali e che esprimono il bisogno di trasgredire per assumere un’identità all’interno della società. La devianza è, nella maggior parte dei casi, frutto delle condizioni economiche familiari e sociali nelle quali il giovane è costretto a vivere. In alcune realtà del meridione (ma non solo) i ragazzi conoscono il concetto di ‘sopravvivenza’ e non comprendono appieno il disvalore sociale di reati come furto, rapina o spaccio.

Una cosa è certa: le disfunzioni giovanili dipendono in larga parte dall’odierno disagio generazionale, combinato agli errati modelli propinati dalla società.

Un ruolo assai rilevante gioca l’incontrollato utilizzo dei social network e delle piattaforme ludiche. È stato dimostrato scientificamente che l’utilizzo sine modo dei telefoni cellulari causa problemi al sonno, depressione, comportamenti antisociali, disturbi dell’alimentazione, fino ad una vera e propria dipendenza patologica. Non solo. Un uso non scorretto dei social può provocare alterazioni anatomiche nei più giovani, a partire da problemi anche seri alla vista.

Sembra quasi che le nuove generazioni stiano vivendo in un infinito loop temporale e che abbiano perso il proprio orientamento, come una ‘nave sanza nocchiere in gran tempesta’.

È vera e propria emergenza. Per questo, il Dipartimento Politiche giovanili di Meritocrazia Italia chiede che sia immediatamente convocato un tavolo di lavoro presso il Ministero dell’Interno, perché sia finalmente data giusta risposta al grido d’aiuto di milioni di giovani che sono sprovvisti di strumenti per difendersi dalle criticità innescate dal sistema.
In considerazione di ciò, al sol fine di offrire il proprio contributo, propone di
– intensificare le attività che prevedono lo sviluppo di capacità di autoregolazione delle emozioni e di problem solving;
– prevedere progetti che insegnino la cura delle emozioni, finalizzata a una sensibilizzazione di massa;
– prevedere strumenti di ausilio ai nuclei familiari problematici, all’interno dei quali si insinuano dinamiche pregiudizievoli per la salute mentale del bambino;
– destinare maggiori risorse e supporto ai servizi sociali operanti sul territorio, quali soggetti deputati all’intercettazione delle problematiche e dei pericoli che nascono nelle varie realtà territoriali, nonché longa manus degli organi giudiziari;
– creare appositi spazi ricreativi ed educativi per i ragazzi, confrontando la realtà italiana con quelle estera al fine di riproporre eventi formativi e strutturanti la personalità del giovane.

Fondamentale, poi, una adeguata regolazione dell’utilizzo dei social network, con maggiore responsabilizzazione anche dei gestori delle piattaforme, secondo le linee del T.U. Social articolato da Meritocrazia Italia e già condiviso con le Istituzioni.

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Fonte: Meritocrazia Italia

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