In questi giorni – è scritto in una Interpellanza comunale di Ciro Asproso – tutti i Comuni italiani stanno organizzando la distribuzione delle risorse stanziate dal Governo e dalla Protezione civile con l’Ordinanza 658 del 29 Marzo u.s., meglio nota come “Buoni Spesa”, per fornire sostegno ai soggetti più vulnerabili della popolazione e che da soli non riescono a far fronte alle necessità alimentari derivanti dall’emergenza COVID-19.
Purtroppo, in molti Comuni – fra i quali rientra anche Vicenza – tra i requisiti necessari per l’accesso ai Buoni spesa è stato introdotto quello della residenza anagrafica. Il che preclude ogni possibilità ad una buona parte di popolazione che va dai dimoranti e domiciliati, ma con residenza presso altro Comune, fino ai richiedenti asilo o ai senza fissa dimora. Fortunatamente, molte altre municipalità, come Bologna, Avellino o Palermo hanno scelto modalità diverse dimostrando che la residenza non è affatto necessaria.
Capiamo bene che la situazione non è facile e che le domande sono così elevate da rendere esigue le risorse, inoltre apprezziamo la sensibilità dimostrata dall’assessore Tosetto nell’affrontare questa tremenda emergenza, tuttavia ci corre l’obbligo di ricordare che la “ratio” dell’ordinanza governativa è rivolta a tutti coloro che si trovano nello stato di bisogno a causa dell’emergenza sanitaria, indipendentemente dalla residenza, dalla nazionalità, o dalla forma di protezione internazionale.
Al fine di evitare una illegittima discriminazione e di assicurare il principio di equità nell’erogazione dei fondi dello Stato si INTERPELLA il Sindaco e la Giunta affinché:
Si provveda a correggere i requisiti di accesso ai Buoni spesa, includendo tra i beneficiari tutte le persone che, per qualsiasi motivo, si trovano a soggiornare nel territorio comunale – inclusi coloro che pur essendo residenti in altro Comune sono impossibilitati a farvi ritorno – e versano in una condizione di necessità alimentare a causa dell’emergenza sanitaria Covid-19.
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