Mestre, ipotesi omicidio stradale plurimo. Aggiornamento feriti: 10 nelle terapie intensive, tra cui una bambina di 4 anni. Gli ucraini sono 6, tedeschi 5

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Nell’inchiesta aperta dalla Procura di Venezia sulla strage del bus di turisti precipitato martedì sera da un cavalcavia a Mestre c’è l’ipotesi di omicidio stradale plurimo. La Regione Veneto nell’aggiornamento di giovedì mattina fa sapere che attualmente risultano ricoverati presso gli ospedali del Veneto 15 pazienti coinvolti nell’incidente del pullman a Mestre: 10 di loro sono in reparti ad alta intensità di cura (terapie intensive), 4 nei reparti di chirurgia, 1 in pediatria. Adulti: 12 pazienti (7 donne, 5 uomini), minori: 3 pazienti (2 bambine, 1 bambino), terapia intensiva: 10 pazienti (9 adulti, 1 minore).

Sono state identificate le pazienti che ieri erano ancora senza un nome. Si tratta di due donne: una di nazionalità tedesca; una di nazionalità ucraina. Le nazionalità sono: Ucraina: 6, Tedesca: 5, Francese: 1, Spagnola: 2, Croata: 1. All’ospedale di Mestre sono ricoverati 5 pazienti, tre di nazionalità ucraina (F di 43 anni, F di 40 anni, M di 39 anni), 2 di nazionalità tedesca (M di 28 anni, F di 27 anni). Un paziente è in condizioni critiche, due in condizioni discrete e due in decorso regolare. Ospedale di Dolo: 1 paziente di nazionalità francese (F di 21 anni), le cui condizioni sono migliorate. Ospedale di Mirano: 1 paziente di nazionalità croata (M di 24 anni), le cui condizioni sono migliorate: verrà dimesso oggi dalla TI. Ospedale di Treviso: ricoverati 5 pazienti, di cui tre di nazionalità tedesca (due minori, F di 4 anni e M di 13 anni) e un adulto M di 33 anni; uno spagnolo (M di 50 anni), un’ucraina (F di 33 anni). Per tre pazienti il decorso è regolare, uno è migliorato mentre uno resta in condizioni critiche. Infine all’Ospedale di Padova: sono ricoverati 3 pazienti (F), due di nazionalità ucraina: una donna di 29 anni e una bambina di 4 e una donna spagnola di 52 anni.

Tutte e tre le pazienti sono in condizioni critiche.

Il caso del guardrail dell’incidente a Mestre

“Sono affermazioni inaccettabili quelle che ho letto. Il bus non è caduto perchè c’era un buco di un metro e mezzo nel guardrail. Quel buco è un varco di sicurezza, di servizio, previsto dal progetto originario del manufatto”. E’ la replica – riportata dall’Ansa – dell’assessore comunale ai trasporti Renato Boraso alle ricostruzioni della stampa sulle cause dell’incidente del pullman a Mestre.

“L’autobus – prosegue Boraso – è caduto 50 metri dopo il varco, dopo aver strisciato sul guardarail, senza segno di frenata o contro-sterzata. O vogliamo dire che senza il ‘buco’, la barriera avrebbe tenuto un mezzo in corsa, che sbanda, di 13 tonnellate?”. “Le immagini del video dell’incidente, riprese dalle telecamere – prosegue Boraso – mostrano chiaramente, ma l’ha detto anche il Procuratore Bruno Cherchi”, che il pullman sale sul cavalcavia e si ‘appoggia’ al guardail, che tiene inizialmente, e poi striscia per 50 metri, senza controllo, sulla barriera, fino a precipitare. Ma non è caduto perchè c’era quel varco”.

“Lasciamo che sia la magistratura, e non i giornali a fare le inchieste” insiste Boraso. “Oltretutto quel cavalcavia non l’ha fatto il Comune di Venezia, lo ha ereditato, e noi da un mese stiamo rifacendo quelle strutture, con un nuovo guardrail e un nuovo parapetto” continua l’assessore.

“Quel varco -di un metro e mezzo – ricorda Boraso – era previsto dal progetto di allora, degli anni ’60, ed era a norma. E’ uno spazio di sicurezza, previsto per le manutenzioni o per far accedere i soccorritori in caso di necessità. Sono pronto a tutelare in ogni sede il nome del Comune di Venezia, dei miei collaboratori, contro illazioni che ritengo vergognose”.