Era stata spedita quando in Italia c’erano ancora più carri che automobili ed il volo era una questione da eroi. Quando il destinatario si è visto recapitare quella busta non ci credeva. Era una busta sgualcita dal tempo, non come quelle belle e nuove che si possono acquistare su www.paesedellebuste.it Era una busta spedita nel 1927, ed è arrivata a Solesino solo 91 anni dopo. A raccontare la vicenda il Gazzettino che racconta come dentro la busta ci fosse un messaggio, urgente (e per fortuna che era urgente…) che il podestà di Torino aveva indirizzato al suo omonimo di Solesino.La missiva ufficiale, giunta a destinazione lunedì pomeriggio, contiene una richiesta precisa: saldare le 870 lire di cure ospedaliere che un 24enne del paese padovano si era rifiutato di pagare.
«Leggendo il documento sono rimasto sorpreso racconta il sindaco Roberto Beggiato – perché non mi sarei mai aspettato di ricevere una raccomandata di novant’anni fa. Quando i dipendenti mi hanno detto che un brigadiere dei carabinieri era venuto a notificare un atto non immaginavo certo di ricevere una lettera indirizzata al podestà». Della consegna del documento non si sono occupate le Poste, ma i carabinieri della sezione Tutela del patrimonio culturale, in particolare un militare appartenente al Nucleo di Torino, la città in cui la lettera è stata imbucata a luglio del 1927. Sulla busta sopra i due francobolli rossi da 60 lire sono stampati due timbri le cui date sono ancora leggibili: 16 e 18 luglio 1927. Poi della missiva si sono perse le tracce fino a maggio dell’anno scorso, quando è finita sotto sequestro nell’ambito di un’indagine condotta dalla Procura di Torino in merito ai reati contro la pubblica amministrazione.
Il caso di Solesino costituisce un piccolo record a livello nazionale, almeno per quest’anno. Precedentemente aveva fatto un certo scalpore la notizia di una cartolina militare che ci ha messo 74 anni ad arrivare a casa del milite che l’aveva mandata dal fronte.
Bruno Bergamaschi, geometra e imprenditore edile di Bonemerse (Cremona), oggi ha 92 anni. Nel ?44 era al fronte e quello scritto non venne mai recapitato ?perché in posta non avevano la bicicletta?. E a matita questa dicitura è ancora impressa sulla cartolina. Con gli occhi lucidi, Bergamaschi racconta a ilfattoquotidiano.it che 74 anni fa era un ragazzo costretto alle armi: ?Combattevo per la Repubblica sociale italiana, ma non vedevo l?ora di tornare a casa?. Spedì la missiva ai genitori Ernesto e Mariettina, per dire loro che sarebbe partito ?alle 16 per un paesino tra Venezia e Treviso. Siamo in 30. Saluti, Bruno?. A ritrovare il ?reperto?, qualche settimane fa, è stato l?architetto Angelo Garioni, appassionato di storia locale, che l?ha riconsegnata a Bergamaschi. ?Oggi questa lettera ha assunto valore ? dice Garioni -. E? unica per due motivi: il timbro apposto dalla Rsi sul francobollo e la scritta straordinaria vergata dal postino per il mancato recapito?. Mariarosa, la moglie di Bruno, ci racconta che il marito ?chiede ancora dove sono in genitori. Sono ancora nel suo cuore?. La fotografia che il signor Bruno ha tra le mani, e che allora scelse per scrivere ai genitori, raffigura una bambina con le trecce che guarda il lago. ?Mi piaceva. Era una bella immagine, non sapevo non fosse mai arrivata a mamma e papà?.