Caccia ai nuovi mini-focolai, il Veneto la regione che preoccupa di più. FQ: Zaia minimizza

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Contagi e morti sul lavoro da coronavirus
Contagi e morti sul lavoro da coronavirus

“Ogni focolaio è una battaglia”, spiega il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri. E con la curva dei contagi che sale a ritmo lento ma costante (+235 ieri), le battaglie vanno vinte a tutti i costi. Così l’imprenditore veneto che andava in giro con la febbre, infettando 5 persone e costringendone a casa 89, è stato segnalato in Procura dall’Ulss di Vicenza. L’uomo, 65 anni, era rientrato in auto dai Balcani (Serbia e Bosnia), mostrando tutti i sintomi del Covid – e il paziente serbo che lo avrebbe contagiato sarebbe addirittura morto mercoledì secondo quanto detto dal governatore Zaia – ma non si è messo in quarantena. Anzi ha partecipato a una festa e a un funerale. Anche a tampone positivo, ha rifiutato il ricovero senza rispettare l’isolamento.

Un comportamento “irresponsabile e denso di profili penali”, dice il consigliere scientifico del ministero della Salute Walter Ricciardi. Mentre Zaia, che invoca il ricovero coatto, annuncia un’ordinanza per “dare più potere ai sanitari” nel trattamento dei positivi.

È proprio il Veneto la regione che preoccupa di più. Qui i focolai attivi sono 22, anche se Zaia li riconduce a casi d’importazione: “Tra i contagiati abbiamo 118 stranieri. Ci portano da fuori il virus. Noi non ci occupiamo delle frontiere, non siamo noi che dobbiamo chiedere a quel Paese o a quell’altro di fare le quarantene”. Poi c’è l’indice Rt, risalito fino a 1,64 nell’ultima settimana di giugno e a 1,12 nell’ultimo monitoraggio ministeriale. Ma “avendo noi una percentuale bassissima dei contagiati, siamo passati da 135 focolai ai 22 di oggi, è inevitabile che va su l’indice R”, minimizza il leghista.

Sotto osservazioneanche l’Emilia-Romagna, dove, su 51 nuovi casi, 40 sono asintomatici. Di questi, 13 sono braccianti agricoli arrivati nei giorni scorsi dal Bangladesh, stipati tutti insieme in un appartamento a Ravenna. E sempre il sovraffollamento abitativo è la causa dei tre cluster familiari scoperti ieri in Toscana, a Cortona e Pian di Scò (Arezzo) e a Impruneta (Firenze): in totale 18 stranieri, più del 40% dei nuovi casi registrati nella Regione. Per fermare sul nascere i focolai domestici, il presidente Enrico Rossi ha ordinato ai sindaci di trasferire i positivi negli hotel, cosa finora possibile solo su base volontaria.

Nel Lazio i contagi triplicano in 24 ore e salgono a quota 31. C’è anche un bimbo di 10 mesi, ricoverato al centro Covid del Bambin Gesù a Palidoro: i genitori sono negativi, si testano i contatti stretti. Altri due sono dipendenti del World Food Program – l’agenzia Onu per l’assistenza alimentare, con sede a Roma – di rientro dalla Somalia. Domani partiranno i tamponi a tappeto sulla comunità del Bangladesh nella Capitale, annunciati dall’assessorato alla Sanità del Campidoglio dopo la scoperta di vari positivi.

“Atteggiamenti spavaldi e irresponsabili mettono a rischio la sicurezza degli altri. Il virus è ancora in circolazione e abbassare la guardia ora è davvero sbagliato”, avverte il governatore e segretario Pd Nicola Zingaretti.

di Il Fatto Quotidiano