Caccia, Tar del Veneto accoglie ricorso LAC e sospende alcune parti del calendario venatorio

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caccia Tar del Veneto boccia Regione
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Su ricorso della Lega per l’Abolizione della Caccia (LAC), patrocinata dallo studio legale Linzola di Milano, il 24 settembre 2021, con ordinanza cautelare n. 491, il TAR Veneto, sez. 1°, ha disposto che il calendario venatorio regionale del Veneto vada sospeso in alcune importanti parti e con l’effetto che: – viene vietata la caccia della specie “Combattente”;- viene vietata la caccia alla specie “Pavoncella”;- si stabilisce la chiusura della caccia alla specie “Quaglia” il 31 ottobre, anziché il 30 dicembre ; viene anticipata la chiusura della caccia alle specie “Cesena” e “Tordo Sassello” al giorno 20 gennaio (anziché al 31 gennaio );- si stabilisce la chiusura della caccia il 20 gennaio 2022 (anziché fine gennaio) per le specie acquatiche : Germano reale, Folaga, Gallinella d’acqua, Alzavola, Mestolone, Canapiglia, Porciglione, Fischione, Codone, Marzaiola, Frullino, Beccaccino ;- sono annullate le due giornate aggiuntive settimanali di caccia ai migratori nei mesi di ottobre e novembre. Ad annunciarlo in una nota la stessa LAC.

Il provvedimento della magistratura amministrativa è immediatamente esecutivo e non necessita di ulteriori atti. La trattazione di merito del ricorso è fissata per il 1 dicembre.

“Sconfitte Regione Veneto e Federcaccia – commenta la LAC – che si erano costituite in giudizio”.

“Associazioni ambientaliste-Regione 3-0. Quello di oggi è un vero terremoto, il Tar ha accolto il ricorso della Lac sospendendo, di fatto, mezzo calendario venatorio del Veneto”. Così commenta la notizia in un comunicato il consigliere regionale Andrea Zanoni, presidente dell’Intergruppo per la tutela degli animali e la conservazione della natura, comunicando e illustrando la decisione della Prima sezione del Tribunale amministrativo di Venezia, che ha dato ragione alla Lega abolizione caccia, patrocinata dallo studio legale Linzola di Milano.

“Con l’ordinanza cautelare 491 ha disposto che il calendario venatorio regionale vada sospeso in alcune importantissime parti, su cui si era già espresso l’Ispra con un parere rimasto inascoltato dalla Giunta Zaia. Anzitutto – fa sapere Zanoni – il divieto di caccia si allarga a Combattente e Pavoncella. Poi si riduce il periodo in cui si potrà sparare a numerosi uccelli: due mesi in meno per la Quaglia (31 ottobre anziché 30 dicembre), anticipazione al 20 gennaio 2022 invece che al 31 dello stesso mese per Cesena, Tordo Sassello e per le specie acquatiche Germano reale, Folaga, Gallinella d’acqua, Alzavola, Mestolone, Canapiglia, Porciglione, Fischione, Codone, Marzaiola, Frullino, Beccaccino; infine sono state annullate le due giornate aggiuntive settimanali di caccia ai migratori nei mesi di ottobre e novembre”.

“Finalmente viene fatta giustizia – esulta Zanoni – Con una lettera dell’Intergruppo, insieme ai colleghi Bigon, Guarda e Lorenzoni, avevamo chiesto a Zaia il rispetto delle indicazioni dell’Ispra, l’Istituto nazionale per la protezione ambientale, che aveva dato un parere negativo al calendario pressoché su tutti i punti. Alla fine ci hanno pensato i giudici”.

“Mi auguro che stavolta chi di dovere si fermi a riflettere. È il terzo pronunciamento dei giudici veneziani contro la caccia in Veneto: con il primo, a inizio agosto, hanno accolto il ricorso della Lac sospendendo la caccia da appostamento alla Tortora: il secondo, alla fine dello stesso mese, ha accolto quello di Lipu, Wwf, Enpa e Lav contro la caccia alla Pavoncella. Zaia e l’assessore Corazzari facciano tesoro di questa lezione e comincino a legiferare in autonomia, applicando le direttivi comunitarie, rispettando il parere di Ispra e non sotto dettatura dei cacciatori, ridotti ormai a 35mila in tutto il Veneto, da 90.000 che erano. Queste disposizioni salveranno milioni di animali, basti pensare che nella sola provincia di Vicenza, tramite la lettura dei tesserini venatori, sono stati uccisi da settembre 2014 a gennaio 2016 oltre un milione di animali, esattamente 1.068.088, una vera strage, specialmente di uccelli migratori già minacciati da cambiamenti climatici, distruzione dell’habitat naturale, inquinamento, consumo del suolo e agricoltura intensiva con uso massiccio di pesticidi”.