
Il controverso episodio di caccia in Veneto che ha visto protagonista Donald Trump Jr continua a far discutere. I consiglieri regionali di Europa Verde, Andrea Zanoni e Renzo Masolo, hanno duramente criticato l’atteggiamento della Regione in merito al presunto bracconaggio avvenuto nell’azienda faunistico-venatoria dove si è svolta la battuta di caccia di Trump Jr.
La polemica nasce in seguito a un’operazione antibracconaggio dei carabinieri forestali nella laguna tra il Piovese e la provincia di Venezia, che a gennaio ha portato alla denuncia di quattro persone e al sequestro di 1.400 uccelli, alcuni dei quali appartenenti a specie protette e provenienti, in parte, dalla stessa area dove ha avuto luogo la caccia di Trump Jr in Veneto.
Zanoni e Masolo avevano presentato un’interrogazione in Consiglio regionale chiedendo all’assessore competente se intendesse avviare un procedimento di revoca della concessione all’azienda faunistico-venatoria coinvolta. La risposta ricevuta il 15 aprile, in assenza dell’assessore, ha lasciato i consiglieri basiti. “Di fatto, la Regione risponde di essersi rivolta alla Polizia della città metropolitana di Venezia per ottenere informazioni utili ad un approfondimento. Prendiamo atto della totale incapacità della Regione nell’appurare fatti che, se confermati, risulterebbero essere di una gravità inaudita”.
I rappresentanti di Europa Verde hanno sottolineato la risonanza negativa a livello internazionale del caso: “La vicenda della battuta di caccia che ha visto come protagonista il figlio del Presidente Trump, a quanto pare macchiata dall’uccisione di un esemplare di una specie protetta, la Casarca, ha portato alla ribalta, in modo negativo, la nostra Regione a livello internazionale. Tuttavia, la Regione si guarda bene dal bussare alla porta dell’azienda coinvolta nelle indagini, preferendo posticipare qualsiasi tipo da azione a quando, probabilmente, la vicenda sarà chiusa da altri o dimenticata”.
In conclusione, Zanoni e Masolo hanno esortato la Regione ad adottare misure più incisive per contrastare il bracconaggio: “Se la Regione vuole veramente bloccare il bracconaggio nelle aziende faunistico venatorie preveda l’obbligo di dare le chiavi delle loro aree demaniali ai Carabinieri forestali, oggi obbligati a suonare il campanello e ad attendere anche delle mezze ore prima di poter accedere”.