Fonte il GdV, il “bisticcio” di Lorenzo Cagnoni, presidente “di magggioranza” della IEG (Rimini ha l’81% della società fieristica nata dalla fusione tra i romagnoli e i vicentini), con “l’ultimo socio”, alias la triade di Vicenza col 19% complessivo, si sarebbe potuto risolvere con un “taglio doppio” da parte di Achille Variati: fuori Matteo Marzotto come vice presidente e Corrado Facco come dg, dentro lui in prima persona come, questo lo azzardavamo noi vista la caratura del personaggio, presidente anche se essenzialmente di rappresentanza.
Invece, sempre secondo i “ben informati” (dal Palazzo) del quotidiano, locale Variati, che di quel 19%, per conto di Comune e Provincia di Vicenza, rappresenta i due terzi col fido Mariani della Camera di Commercio a seguirlo col restante terzo, chiuderebbe l’accordo, di minoranza, lasciando al suo posto, poi si vedrà con quali poteri, l’intoccabile Matteo Marzotto, ma sacrificando sempre Corrado Facco, abituato a far tutto lui a Vicenza mentre Marzotto girava il mondo per Pr ma troppo invadente a Rimini per il decisionista Cagnoni.
I due “vicentini” da immolare sull’altare dell’efficienza si completerebbero con Luigi Dalla Via, ex sindaco, la cui recente esperienza imprenditoriale con Regina Rossa & Partners, l’agenzia di comunicazione di quasi tutto il centrosinistra con base a Vicenza (politico e manageriale là dove come in Viacqua, i vertici sono nominati anche su base poltica), non avrebbe convinto i riminesi che nel cda di International Exhibition Group vogliono un uomo di “esperienza internazionale”.
Mentre Schio e la Regina della comunicazione sono molto beriche.