A leggere le prime sortite di chi dovrebbe chiederci il consenso elettorale, si ha poco l’impressione che i consumatori siano oggetto di politiche e proposte. Promesse (regalie) che fanno anche sorridere chi ha un minimo di senno alla bisogna, sono mescolate con presunti grandi stratagemmi più o meno evidenti/mascherati (1) e lotte intestine tra leader (2).
Non pretendiamo che l’Italia sia come gli Usa, dove gli eletti sono frutto di ciò che hanno fatto, dicono e promettono su prezzi di benzina e supermercati, cioè l’andamento dell’inflazione. Ma tra covid, prezzi energia e guerra, e la loro ricaduta su tutti gli altri prezzi, sembra proprio che gli italiani abbiano questa preoccupazione.
Sottovalutarla o legarla solo alla simpatia o antipatia per un gagliardetto, oltre che ridurre di molto il corpo elettorale coinvolto, svuota lo stesso significato di uno Stato che dovrebbe modernamente essere governato riferendosi al 2022; quindi: persone libere di amare e intraprendere e lavorare e consumare, garantite da sistemi giudiziari che non siano burlette (3), e da una democrazia utilizzabile da chiunque e non legata a concessioni di chi ha già potere.
Aspettiamo la chiusura delle liste di questo fine settimana. Leggeremo nomi e liste e – facendoci tara su come ognuno sarà arrivato a potersi proporre (4) – leggeremo cosa hanno da dirci.
1 – per molto semplificare: a destra si vuole uscire dall’Unione europea (o molto ridimensionarla rispetto al suo progetto federalista), ridimensionare libertà individuali ed economiche; a sinistra, senza nette posizioni sul federalismo europeo e libertà individuali ed economiche, sventare il pericolo cosiddetto fascista.
2 – che – a nostro avviso – interessano sempre meno, anche i più affezionati di questo o quell’altro partito.
3 – pesantissime, in merito, le sentenze della Corte Costituzionale che hanno impedito i referendum eutanasia e cannabis, con campagne che avevano registrato altissimo coinvolgimento dei giovani, come non si vedeva da decenni.
4 – per noi il metodo – anche perché viviamo in una democrazia imperfetta – è determinante per avere fiducia.
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