La Campania enologica da scoprire: “Wine Specialists Journal”. “La Verde Irpinia” da bere e la splendida Isola d’Ischia del Biancolella

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Isola d'Ischia, ph. Michele Lucivero
Isola d'Ischia, ph. Michele Lucivero

 Di Erika Lumento e Michele Lucivero. Tra le zone della Campania più vocate ed estremamente interessanti sotto l’aspetto enogastronomico e vitivinicolo vi è l’Irpinia, che corrisponde grossomodo alla provincia di Avellino e da sola vanta già tre delle 4 DOCG della regione con il Fiano di Avellino DOCG, Greco di Tufo DOCG e Taurasi DOCG. L’Aglianico del Taburno della provincia di Benevento costituisce la quarta DOCG che, insieme alle 14 DOC e 10 IGT, rappresenta il fiore all’occhiello della produzione vinicola italiana, non solo per la quantità, ma anche per la qualità. La Campania, tuttavia, non è solo Irpinia e Sannio, ma anche Cilento, da esplorare sotto il profilo turistico e gastronomico, ma soprattutto la Campania vuol dire mare, quindi Procida e Ischia, che con suo vitigno autoctono Biancolella ci trasporta nella freschezza estiva dal sapore vulcanico isolano.

 Ischia DOC, Biancolella 2020, Azienda Cenatiempo, 12,5% vol.

Ischia DOC, Biancolella 2020, Azienda Cenatiempo
Ischia DOC, Biancolella 2020, Azienda Cenatiempo

Zona stupenda di villeggiatura, apprezzata dai turisti di tutto il mondo, l’Isola d’Ischia offre un panorama caratteristico, fatto di spiagge vulcaniche con acque bollenti e dolci colline sferzate dalla brezza marina. Proprio su queste rigogliose colline la Cantina Cenatiempo coltiva, tra gli altri, un vitigno bianco autoctono, il Biancolella che consente la produzione della DOC Ischia che abbiamo avuto il piacere di degustare. Si tratta di un vino dal colore giallo dorato, senza riflesso e trasparente. All’olfatto si presenta molto fruttato con note piene di albicocca, pesca matura, limoni tipici del territorio, mandarino, ananas e banana. Tra le erbe aromatiche si avverte la salvia, il rosmarino e l’origano tipico della macchia mediterranea. Nel minerale si avverte la pietra focaia e una nota gessosa che anticipa lo zenzero, tra le spezie, e il pepe bianco tra le tostature. Apprezziamo molto questo vino intenso e complesso, sicuramente ampio con una qualità definita. Assaggiandolo, lo troviamo secco, caldo per l’alcool, quasi leggero per le durezze, avvolgente nelle morbidezze e citrino. Sicuramente è sapido, quasi salato, ma di corpo esile, anche se ha molta morbidezza per essere un vino bianco. La persistenza è lunga per le note agrumate che deliziano il palato, per cui la sua qualità è definita. Nell’abbinamento lo consigliamo con zuppe di legumi oppure con bruschette all’italiana.

Béchar, Fiano di Avellino DOCG 2019, Cantine Antonio Caggiano, 13,5% vol.

Béchar, Fiano di Avellino DOCG 2019, Cantine Antonio Caggiano
Béchar, Fiano di Avellino DOCG 2019, Cantine Antonio Caggiano

Tra le numerose e prestigiose cantine irpine che vinificano Fiano di Avellino abbiamo selezionato Béchar di Antonio Caggiano di Taurasi per questa degustazione. Alla vista il vino si presenta di colore giallo paglierino con riflesso dorato, brillante in limpidezza e trasparente. All’olfatto è fruttato con note agrumate, ma anche di mela, papaya, mango, frutta esotica in generale e pesca, mentre nel floreale avvertiamo la zagara e la peonia. Tra le erbe aromatiche si percepisce il rosmarino, l’origano e il timo, mentre nel minerale si avvertono delle note salmastre. Tra le spezie sono evidenti le note di zafferano e zenzero, ma anche le lievi le tostature di tabacco e mallo di noce, oltre alle note di miele millefiori. È un vino di intensità lunga, complesso e ampio con una qualità definita. Al primo sorso ci appare secco, caldo nell’alcool, rotondo, sapido e di corpo esile, per cui ci sembra un vino di grande bevibilità, sicuramente da affinare. Nell’abbinamento lo consigliamo con fritto di mare, un risotto oppure anche ad un sushi.