E’ stata annullata la decisione della GKN di chiudere lo stabilimento di Campi Bisenzio e licenziare tutti i lavoratori. Il tribunale di Firenze ha accolto il ricorso della Fiom contro la multinazionale per comportamento antisindacale e ha dichiarato illegittima la brutale decisione di chiudere la fabbrica e licenziare i lavoratori senza nessun preavviso né confronto. “È una prima sconfitta del pensiero unico neoliberista, di quanti nell’economia e nella politica sostengono la totale libertà della finanza, delle imprese e del mercato, nell’indifferenza più totale per il lavoro, i diritti, le economie dei territori” affermano in un comunicato Maurizio Acerbo, segretario nazionale, Antonello Patta, responsabile lavoro, Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea. La grande manifestazione nazionale promossa dal collettivo di fabbrica aveva già dato un fortissimo segnale non solo in difesa delle lavoratrici e dei lavoratori della GKN, ma contro la strage di lavoro e diritti cui si rischia di andare incontro se multinazionali e imprese saranno lasciate libere di delocalizzare o ristrutturare le aziende con soldi pubblici, senza piani nazionali che mettano al primo posto il lavoro e la cura delle persone e dell’ambiente.
I due fatti, la scommessa vinta con la manifestazione di sabato e la decisione del tribunale, mettono ancor più a nudo la scandalosa latitanza del governo che dopo il colpevole sblocco dei licenziamenti ha saputo solo scrivere bozze di decreto sulle delocalizzazioni di cui è ignoto l’iter e già svuotate di ogni efficacia perché dettate in gran parte da Confindustria.
Cos’altro occorre perché il ministro del lavoro Orlando porti all’approvazione del parlamento una vera legge antidelocalizzazioni accogliendo la proposta nata dal basso nell’assemblea promossa dal collettivo della GKN con i giuristi democratici?
Ora occorre il massimo impegno per continuare ed estendere la lotta a tutto il mondo del lavoro per costruire una grande opposizione alle politiche di questo governo, rimettere al centro il lavoro, i diritti e la cura delle persone e dell’ambiente. Sosteniamo la proposta approvata dall’assemblea della GKN – conclude la nota – aderendo alla raccolta firme lanciata dal collettivo di fabbrica, da giuristi democratici e da noti accademici, firmando la petizione”.