Ricomincia il campionato di calcio di Lega Pro, festa popolare per Vicenza (in qualsiasi serie giochi la sua squadra), storico contenuto della cultura locale, motivo di identificazione e di aggregazione. Sono passati più di tre mesi dalla sciagurata retrocessione, maturata nella gara di ritorno dei play out, e, nel frattempo, è scemata – se non scomparsa –la solenne incazzatura dei tifosi per l’empio campionato di B disputato dai propri beniamini. E la disistima (chiamiamola così) nei confronti di proprietà e dirigenza si è tramutata quanto meno in una tregua fiduciosa.
Cos’è successo per generare questa rivoluzione copernicana nella tifoseria? È successo, semplicemente, che è stato fatto un calciomercato in apparenza – e salvo riscontro sul campo – mirato a dare alla squadra biancorossa un ruolo da primadonna in campionato, non importa se si tratta del terzo livello del calcio nazionale.
“Meglio primi in C che ultimi in B” è il mantra masturbatorio che motiva i tifosi vicentini, pronti a sottoscrivere 5.000 e passa abbonamenti sulla sola fiducia nell’operato del direttore sportivo Federico Balzaretti nella sessione di calciomercato.
Balzaretti idolo dei tifosi
Balzaretti è diventato l’idolo delle folle biancorosse per i quattordici giocatori portati a Vicenza e per aver smaltito gran parte delle scorie dei due campionati precedenti rimaste contrattualmente in carico alla società. Evidentemente il lavoro del ds per entrate ed uscite ha convinto tutti, a prescindere dalle risultanze non propriamente esaltanti delle amichevoli precampionato.
La parte già oggi più convincente dell’attività di Balzaretti è quella progettuale, condivisa per altro con l’allenatore e con gli altri componenti dello staff tecnico. L’idea (solo platonica, per ora) di una squadra aggressiva, brillante, padrona del campo, duttile nell’adattarsi alle situazioni agonistiche, votata al gioco offensivo è molto moderna e direi addirittura plasmata sul meglio del calcio europeo. Un modulo con cinque attaccanti è quello praticato dalla crema dei top team di Champions e, se Baldini riuscirà a ottenere dai suoi un gioco così, potrebbe essere davvero un bel campionato.
Un’idea di gioco applicabile in Serie C?
Meglio restare coi piedi per terra, però, perché siamo in C e, per applicare in campo l’ideale tecnico-agonistico che vuole Baldini, servirebbero giocatori di un rango che, onestamente, quelli in forza non sembrano avere. Il limite, quindi, del bel progetto che Balzaretti ha cercato di concretizzare in questi ultimi due mesi sta proprio nel gap fra un’idea di gioco (suggestiva e all’avanguardia) e la sua effettiva realizzazione. Ed è un limite non proprio trascurabile perché l’obbiettivo è alto e i mezzi a disposizione sono quello che sono.
Il Vicenza 2022-2023 è senz’altro una buona squadra, almeno sotto il profilo della composizione, in cui sono mixati giocatori esperti ma anagraficamente ancora validi a giovani di proprietà valutati a lungo prima dell’ingaggio. In rosa non ci sono fenomeni o prospetti su cui scommettere a scatola chiusa e tutti o quasi i giocatori in lista hanno o dovrebbero avere la carica motivazionale per far bene in una squadra blasonata (ancorchè decaduta) e per tentare di crearsi in essa un futuro professionale a livello superiore o un rilancio nell’ultima fase della carriera.
Il Vicenza non è ancora una squadra perfetta
Non è, però, che questo Vicenza sia perfetto. Ha, almeno sulla carta, un ottimo centrocampo in cui possono ruotare giocatori con caratteristiche diverse e con ricambi sia per i mediani che per le mezzali. È un reparto nel contempo tecnico ed agonistico, giusto per fare la differenza in C.
L’attacco dispone di punte che, stando ai curricula, hanno il gol facile. Ferrari e Rolfini sono attaccanti di categoria, ben assortiti e in grado di fare reparto. L’ultimo acquisto, Stoppa, è un valore aggiunto che dovrebbe apportare qualità al reparto e creare una sana rivalità per aggiudicarsi una delle due maglie a disposizione in prima linea.
Bisognerà vedere, invece, se i ruoli di esterno (detto anche “quinto” nel modulo 3-5-2) sono adeguatamente coperti. Greco e Dalmonte dovrebbero essere i titolari ma sono da verificare in partita le loro qualità e le loro attitudini nella fase difensiva. In panchina, a disposizione, ci sono Giacomelli e i due giovanissimi Oviszach e Begic. Tutti e tre sono esterni sinistri e verificheremo se, all’occorrenza, almeno i secondi due sono adattabili in fascia destra.
Quello degli esterni è il vero punto di domanda a inizio campionato. Per il tipo di gioco che vuole Baldini, chi coprirà questo ruolo dovrà essere più o meno un fenomeno perché dovrà coprire due fasi e con continuità, dimostrando di avere qualità che non hanno in tanti, soprattutto in C.
Metà difensori sono quelli della B e nessuno dei portieri è una garanzia
Difesa e portiere non danno per ora certezze. Il Vicenza giocherà con tre centrali, chiamati anche a costruire il gioco dal basso, e con un portiere che, con questo modulo, deve necessariamente essere bravo a giocare con i piedi. Tre dei cinque difensori in rosa e cioè Padella, Pasini e Cappelletti sono i reduci della terza linea non proprio indimenticabile dell’anno scorso. Ierardi è rientrato da un prestito dopo essere stato giudicato inidoneo per la B. I due nuovi, Bellich e Valietti, andranno valutati nella continuità di utilizzo e i due giovani, Sandon e Corradi, in questo momento sono solo promesse.
Il portiere titolare è un problema non risolto. Confente non gioca una partita di campionato da un anno e mezzo, Desplanches ha diciannove anni e zero esperienza professionistica, Grandi non gode il favore della tifoseria, sarà ormai irrecuperabile sotto l’aspetto motivazionale e non sembra proprio dotatissimo nel gioco di piede.
Forse, come ha detto Balzaretti, il Vicenza non è una corazzata, ma fa parte senza dubbio della fascia delle grandi del girone. Ora deve dimostrarlo.