Cancellazione clausola antifascista, Asproso: attacco incendiario dimostra pericolosità della situazione

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Mesi di polemiche – scrive in una nota il consigliere comunale Ciro Asproso – quasi tre ore di dibattito in Consiglio comunale, un clima avvelenato da minacce e intimidazioni e tutto per consentire a FdI – un partito nato dalle frammentazioni della maggioranza, ma orfano del consenso delle urne – di vantare un indubbio successo politico e di tenere in scacco il Sindaco, dettandogli l’agenda politica. Proprio un bel risultato, in un momento così delicato, reso ancor più tragico dall’emergenza sanitaria e da un’incombente crisi economica.

La chiave per capire ciò che è successo sta nel Post di Sergio Berlato che, con irridente sfrontatezza, rivendica il diritto di fare politica a Vicenza senza più essere costretti a ripudiare il fascismo. Una clamorosa dimostrazione di forza e insieme un’implicita ammissione di colpa, a tutta conferma di quanto andiamo dicendo da tempo: il fascismo non è mai del tutto sconfitto e, come una malattia cronica, riprende vigore al primo allentamento delle difese immunitarie.

Sia chiaro, in tutta Italia l’estrema destra ha messo nel mirino la contestata clausola che nega la Piazza ai nostalgici del Duce, ma solo in questa città sono riusciti nell’intento di modificare un Regolamento comunale.

Evidentemente, a Vicenza più che altrove, i moderati del centrodestra soffrono di immunodepressione, o non conoscono la fondamentale differenza tra scontro politico, seppure aspro, e la comune appartenenza ai valori democratici originati dalla lotta di liberazione.

L’attacco incendiario alla sede di “CARACOL” dimostra quanto sia pericolosa questa situazione e come possa evolvere in maniera drammatica e imprevedibile. Il colpito di tutte le forze politiche autenticamente democratiche, è quello di agire con fermezza senza tuttavia abdicare al senso di responsabilità.

Nell’esprimere totale solidarietà ai giovani attivisti del “CARACOL” sento altresì il bisogno di stigmatizzare le stupide provocazioni all’assessore Giovine, il quale, pur meritevole di biasimo politico, va comunque difeso dagli idioti in servizio permanente effettivo e da tutti gli odiatori che affollano il web.

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