Se la Ministra Fabiana Dadone ha rispettato la legge che prevede la pubblicazione della Relazione entro il primo semestre dell’anno ha relegato in coda del documento le raccomandazione emerse dalla VI Conferenza Nazionale sulle Droghe tenuta a Genova a novembre 2021 prevalentemente grazie a lei. Se quei tre mesi di lavoro fossero stati valorizzati all’inizio e non alla fine del documento questo avrebbe potuto esser in qualche modo utile alla valutazione dell’impatto del Testo Unico 309/90, purtroppo l’inondazione di dati descrive un fenomeno in buona parte dei suoi aspetti ma crea una cortina di fumo sul cuore dello studio.
Da anni la Relazione viene intitolata al “fenomeno delle tossicodipendenze” – una terminologia superata da ormai un ventennio e che già nominalmente qualifica l’approccio datato al problema – ma neanche un quinto del documento viene dedicato all’uso problematico delle sostanze illegali e quelle parti sono dedicate ad elencare il numero di strutture e il personale impiegato piuttosto che fornire numeri comprensibili di chi vi si rivolge, il perché e come viene aiutato.
Ma lasciamo parlare i dati per chiarire meglio la scarsa utilità di quanto compilato:
Dei 14.221 utenti presenti il 31 dicembre 2021 nelle 809 strutture riabilitative rispondenti alla rilevazione puntuale, il 70% risulta in carico presso i servizi residenziali, l’8% in quelli semiresidenziali e il 22% in quelli ambulatoriali. Diminuiscono i ricoveri droga-correlati che nel 2020 sono stati 5.406 (8 ogni 10.000 ricoveri): per il 69% hanno riguardato pazienti di genere maschile e per l’8,7% persone di nazionalità straniera. L’età media dei ricoverati è di quasi 39 anni, con una differenza di genere di quasi 5 anni.
Quasi il 50% dei ricoveri è da attribuirsi al consumo di sostanze miste o non specificate, soprattutto rispetto ai ricoveri femminili. Il 26% e il 19% dei ricoveri risultano direttamente correlati rispettivamente al consumo di cocaina e oppiacei, il 5,6% a quello di cannabis e lo 0,8% a quello di sostanze stimolanti o allucinogene. Da notare come a quel 5,6% di ricovero si dedica una visibilità mediatica enorme.
Fortunatamente, forse perché l’uso personale è ormai sostanzialmente depenalizzato (anche se da nessuna parte si fa questa correlazione), si registra una continua flessione dei decessi per intossicazione acuta di sostanze stupefacenti, nel 2021 sono stati 293, con un decremento del 5,2% rispetto all’anno precedente. Circa il 90% ha interessato persone di genere maschile e il 12% persone di nazionalità straniera.
Metà dei decessi è stata attribuita all’intossicazione da oppiacei, l’overdose da cocaina/crack, invece, è stata rilevata in oltre 1/5 dei decessi e per quasi un decesso ogni quattro non è stata specificata la sostanza responsabile del decesso. Anche questo dato non viene mai presentato pubblicamente come una tendenza in decrescita e rispetto al numero di consumatori abituali è fortunatamente una quantità ridottissima.
Nel 2021 i SerD (Servizi per le Dipendenze) hanno assistito 123.871 persone con Disturbo da Uso di Sostanze, il 13% erano nuovi trattati. L’86% uomini e il 68% del totale ha tra i 30 e i 54 anni, il 15% ha meno di 30 anni. Contrariamente alla vulgata popolare che le droghe siano un problema dei giovani, gli assistiti in trattamento hanno mediamente quasi 42 anni – più giovane l’utenza di genere femminile con un’età media di 40 anni in confronto ai 42 anni degli uomini. I nuovi utenti sono mediamente di 9 anni più giovani rispetto a quelli già in carico. Si registra che nel tempo l’uso di oppiacei è costantemente diminuito mentre è gradualmente aumentata la percentuale di trattamenti per uso di cocaina e crack, così come quella riferita al consumo di cannabinoidi i numeri assoluti non sono chiari.
Nel 2021 il 61,5% delle persone in cura usa eroina come sostanza primaria, il 21,7% cocaina e l’11,4% cannabinoidi. Le sostanze assunte più frequentemente in uso secondario sono cocaina, cannabinoidi e alcol.
Quasi il 60% delle persone in cura per Disturbo da Uso di Sostanze ha ricevuto prestazioni farmacologiche, oltre il 70% prestazioni psicosociali, il 79% sanitarie non farmacologiche. Il 2,3% è stato inserito in Comunità terapeutica (era il 6,4% nel 2020).
La necessità di intercettare precocemente i giovani che consumano sostanze psicoattive e/o che sperimentano altri comportamenti a rischio “sine substantia” ha portato, in molte realtà territoriali e regionali, ad adeguare e rafforzare il sistema territoriale di offerta preventiva, terapeutica e riabilitativa e di riduzione del danno. Oltre ad avere spesso incluso dipendenze comportamentali anche qui non si resocontano i successi della prevenzione – anche perché difficilmente apprezzabili.
Dopo aver registrato questi numeri, inquadriamo il “fenomeno delle tossicodipendenze” in relazione al fenomeno in generale. Nel 2019 il numero di utilizzatori di cannabis è poco meno di 6 milioni, quelli di cocaina sono circa 950 mila, di eroina circa 320 mila e quelli di altre sostanze chimiche (ecstasy, LSD, amfetamine) risultano poco meno di 600 mila. Il consumo finale di sostanze stupefacenti sul territorio nazionale è stimato per il 2019 in 16,6 miliardi di euro, di cui circa il 40% attribuibile al consumo dei derivati della cannabis e quasi il 31% all’utilizzo della cocaina.
Infine la parte relativa alle pene, oggetto dei ritagli referendari del Referendum Cannabis bloccato dalla Corte costituzionale perché, nelle parole del Presidente Giuliano Amato, non interessava la cannabis. Al 31 Dicembre 2021, sono 91.943 i procedimenti penali pendenti per il reato di produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope (Art.73, 309/1990), contro autori noti presso le Procure e gli Uffici giudicanti. Tali reati hanno coinvolto 186.517 persone, quindi 2 soggetti per ogni procedimento. Nella stragrande maggioranza dei casi riguardano per l’appunto la cannabis.
Nello stesso anno sono state invece 31.914 le segnalazioni per violazione dell’Art.75 del DPR n.309/1990 (possesso ad uso personale di sostanze stupefacenti o psicotrope), riferite a 30.166 persone. Dal 2014, anno in cui la Corte costituzionale ha annullato le modifiche della 309/90 introdotte dal decreto legge Fini-Giovanardi, fino al 2019 si è osservato un aumento del numero di violazioni che si recentemente ridotto probabilmente per l’emergenza sanitaria da COVID-19.
Dopo 30 anni dalla legge, e 61 dalla Convenzione Singola sulle droghe, si continua a chiamare “tossicodipendenza” un fenomeno che è sociale, per non dire culturale, e che negli anni si è progressivamente auto-regolamentato diminuendo le morti per overdosi e creando reti di auto-aiuto al di fuori di circuiti istituzionali.
Il fenomeno della presenza di sostanze psicoattive, lecite e illecite, è particolarmente marcato in chi è nato dopo il 2000 e non può trovare risposta in sanzioni panali o amministrative né in politiche di prevenzione puerili o paternalistiche.
Secondo ESPAD® Italia una ricerca sui comportamenti d’uso di alcol, tabacco e sostanze psicotrope legali e non da parte di studenti e studentesse fra i 15 e i 19 anni riporta che circa 170.000 studenti hanno utilizzato psicofarmaci senza prescrizione medica nel corso del 2021 con prevalenza tripla fra le ragazze. Oltre il 50% l’ha fatto per “star meglio con se stesso” e “migliorare l’andamento scolastico”.
La stessa ricerca dice che oltre un milione ha giocato d’azzardo nel corso del 2021: i giochi maggiormente praticati sono i Gratta&Vinci (72%) preferito dalle ragazze e le scommesse calcistiche (35%) praticate maggiormente dai ragazzi. Gli studenti giocatori con un profilo di gioco problematico sono il 7% con percentuale tripla fra gli studenti di genere maschile.
C’è poi la parte poliziesca della Relazione.
A fronte di un aumento dei chili di sostanze sequestrate (+54% rispetto al 2020) diminuiscono le operazioni antidroga condotte dalle forze di polizia (-6,5% rispetto al 2020). Il 74% delle oltre 91 tonnellate sequestrate ha riguardato cannabis e derivati, il 22% cocaina e poco meno dell’1% eroina e altri oppiacei; le sostanze sintetiche hanno rappresentato meno dello 0,2% del totale e le altre sostanze quasi il 2,9%. Aumentano i prezzi al dettaglio per marijuana e hashish così come quelli di cocaina, metamfetamine ed ecstasy; in diminuzione il prezzo medio per eroina bianca e amfetamine, stabile quello dell’eroina brown.
La spesa totale per il consumo di stupefacenti illeciti sul territorio nazionale è stimata per il 2020 in 14,8 miliardi di euro, di cui circa il 44% attribuibile al consumo dei derivati della cannabis e quasi il 30% all’utilizzo della cocaina.
Se si riconosce che i narcotrafficanti dimostrano immediata flessibilità sviluppando schemi operativi innovativi e nuovi modelli di “business” nella gestione dei grandi traffici e nelle attività minute di spaccio le istituzioni paiono invece ancorate agli anni Novanta. Le reti del narcotraffico transnazionale ricorrono a catene di approvvigionamento globali per la prosecuzione dei propri traffici e a modalità di cessione basate sempre più spesso su Internet. Record di sequestri confermato per il porto di Gioia Tauro, il 97,5% (kg 13.364,94) segue Vado Ligure (SV) (kg 138,29) e Livorno (kg 118,53).
Nel 2021 sono state sequestrate quasi 68 tonnellate di cannabis (+128% rispetto al 2020), incidendo per quasi il 75% sui quantitativi di sostanze stupefacenti complessivamente intercettati: dal biennio 2017-2018 si osserva un rilevante decremento delle quantità di cannabis sequestrate che, in termini assoluti, equivale a oltre 40-50 tonnellate annue.
* Marco Perduca, Associazione Luca Coscioni
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