Cannabis e turismo, Aduc: Guardare avanti a Mondo, Europa e Italia

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Cannabis e turismo
Cannabis e turismo

Il turismo della cannabis non è un fenomeno nuovo – si legge nel comunicato che pubblichiamo dell’Aduc (qui altre note Associazione per i diritti degli utenti e consumatori su ViPiu.it, ndr) –. Persone da tutto il mondo si sono recate ad Amsterdam per visitare i famosi coffee shop per diversi decenni. Anche altre parti del pianeta sono famose per le loro offerte di cannabis, tra cui Giamaica e Spagna. Il settore del turismo legale della cannabis è ancora piccolo rispetto ad altri, ma crediamo promettente.

Le persone viaggiano legalmente in diversi luoghi per godersi vino e birra, è certo che faranno lo stesso per la cannabis. Settore al momento ristretto a causa delle leggi proibizioniste. Comunque, al momento, le persone stanno già facendo vacanze incentrate sulla cannabis, anche se di nascosto.

Quali Paesi per il turismo della cannabis?
Non solo Amsterdam, ma anche i cannabis club in Spagna sono popolari. Mentre i negozi di Amsterdam sono aperti a chiunque, i club spagnoli sono privati e richiedono un’iscrizione. Barcellona è una destinazione particolarmente frequentata, circa il 70% dei cannabis club spagnoli si trovano nella regione, e sono rinomati per i prodotti marocchini.

In Canada e in diversi stati degli Usa dove la cannabis è legale, i turisti possono acquistarla e consumarla sul posto. Per l’Uruguay, primo Paese al mondo a legalizzare la cannabis, al momento c’è solo intenzione di aprire acquisto e consumo ai turisti.
La Thailandia è un paese che sta spingendo il turismo della cannabis. Probabilmente, in questo momento non è ai primi posti delle mete turistiche, in generale e nello specifico, ma ciò che accade nel paese asiatico va seguito con attenzione, da imprenditori e consumatori.

Promuovere l’economia: covid, Europa e Italia
Il turismo della cannabis è dinamico, ché ricade su tutto il contesto economico. Gli alberghi e le agenzie potrebbero aiutare i loro clienti fornendo indicazioni per l’acquisto di prodotti, di luoghi in cui consumare, e organizzare/vendere specifici tour proprio come oggi avviene per vino e birra.

L’industria mondiale del turismo, oggi in agonia per la pandemia covid (1), ha anche questa carta da giocare per riprendersi, anche se ci vorrà tempo per stabilizzarsi a livelli accettabili.

Vedremo cosa succederà, per esempio, a Malta, già località turistica di per sé e che di recente ha legalizzato la pianta (2) .

Mentre un occhio particolare dovrà essere dedicato alla presunta prossima legalizzazione in Germania (3), Paese dinamico e punto di riferimento economico della nostra industria che, nella fattispecie, non si vede perché non dovrebbe continuare ad esserlo.

L’Italia, se andrà in porto la consultazione referendaria di primavera che renderà legale la cannabis ricreativa (3), è uno di quei Paesi che si presterebbero bene: infrastrutture, territorio, storia, archeologia sono il giusto complemento che potrebbe rendere accattivante l’arrivo di turisti.

1 https://www.aduc.it/editoriale/turismo+al+collasso+turisti+senza+soldi+anche+senza_33856.php

2 – Nota

3 – Nota

4 – se la Corte Costituzionale a metà febbraio darà via libera, siamo ottimisti sul voto degli italiani