Entro fine anno il Governo che verrà dovrà decidere come riscuotere l’imposta per il possesso di un apparecchio tv con antenna per la ricezione del digitale terrestre, il cosiddetto canone (1).
Non c’è ancora un confronto istituzionale (2) sul futuro metodo di riscossione, ma solo una raccolta mediatica di opinioni, anche di valore istituzionale.
Secondo alcuni sembra che le Regioni a Statuto speciale non vorrebbero far pagare il canone. Aspettativa logica da parte di chi è abituata ad essere considerata speciale per la propria presunta diversità (3).
Ma la specialità della propria regione è prerogativa di ogni amministratore regionale e, perché non cogliere un’occasione del genere… ora poi, in campagna elettorale, non ci stupiremmo che gli aspiranti alla vittoria in specifici collegi lanciassero anche anche questa promessa.
Intanto i Corecom (4) di Veneto e Lombardia: “La regionalizzazione dei servizi di telecomunicazione e radiotelevisivi è possibile. Esistono non solo le basi giuridiche, ma ci sono i presupposti tecnici e tecnologici […]. Le Regioni possono attivare stante la normativa vigente contratti di servizio con la Rai. I presupposti giuridici, comunque, ci sono e ciò che serve è la volontà di affrontare, anche attraverso la stesura di leggi regionali ad hoc, l’argomento” (5).
…. altrettanti presupposti ci potrebbero essere per vari enti locali: quartiere, comune, provincia, comunità montana, etc.
Insomma, il canone Rai è terreno di conquista del consenso facendo pagare chi ha gli amministratori “più distratti” rispetto a quelli “più capaci”, ché comunque le spese Rai ci sono e vanno pagate, in ipotesi dai residenti in: Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata e Calabria. Tutti gli atri… gratis.
W l’Italia.
Forse è il caso che si metta mano alle ipotesi di privatizzazione Rai, già previste da un referendum, e quindi verso l’abolizione di questa imposta che, allo stato, viene elargita con abuso di posizione dominante da parte di Rai verso tutte le altre tv (in concorrenza sul mercato pubblicitario con Rai che, in più percepisce il canone).
1 – l’Unione Europea ci ha bacchettato per il metodo di riscossione tramite bolletta elettrica, ché si tratterebbe di oneri impropri, fuorvianti per il mercato energetico.
2 – tra le varie “balle” che circolano in campagna elettorale, non è stata ancora colta questa opportunità
3 – diversità, a nostro parere, presente al 100% sul territorio dell’Italia dei Comuni (nonostante i prefetti che dovrebbero farli “marciare ritti”), solo che alcuni politici regionali e delle cosiddette province autonome sono più bravi di altri a vendersi ed ottengono più soldi dallo Stato nazionale.
4 – gli uffici regionali dell’Autorità delle Comunicazioni (Agcom)
Qui il canale web di Aduc sul canone Rai
l’associazione non percepisce ed è contraria ai finanziamenti pubblici (anche il 5 per mille)
La sua forza economica sono iscrizioni e contributi donati da chi la ritiene utile
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Fonte: Canone Rai. Il delirio di una imposta assurda, autonomie regionali e campagna elettorale