Quella “Cavazza” è una cantina che da 92 anni rappresenta la genuinità di due territori, la zona classica del Gambellara e i Colli Berici e una famiglia che ha capito l’importanza di conservare la dimensione di azienda artigiana e imbottigliare solo il vino prodotto dalle proprie vigne
Cavazza è una famiglia che dal 1928 è legata al proprio territorio: Stefano, cosa vuol dire vivere tra le vigne?
Mai come in questo periodo mi sono reso conto della fortuna che ho avuto di nascere tra le vigne e i boschi. Durante i mesi del “lockdown” mi sono accorto di vivere in un paradiso. Io faccio un lavoro che mi porta spesso in giro per l’Italia e nel mondo, in un vortice di continui contatti con il pubblico e in quelle settimane mi sono sentito rinascere: camminare al mattino in mezzo ai boschi o tra le vigne, avvolti dai profumi delle acacie e dei fiori di sambuco, mi ha riportato indietro nel tempo, a quando ero bambino e giravo in vigna con la mia piccola bicicletta.
Le settimane che sono stato “confinato” a Selva di Montebello, piccolo centro di poche centinaia di abitanti, mi hanno rievocato bei momenti perché ho ritrovato tante persone che non vedevo da anni, riscoprendo i valori che ci hanno insegnato i nostri vecchi.
Speriamo di trovare il giusto equilibrio tra la vita che tornerà con i suoi ritmi e quello che ci ha insegnato questo periodo di riflessione.
Il 2020 ha visto annullare appuntamenti di caratura internazionale come ad esempio ProWwein e Vinitaly: come avete affrontato il confronto con il pubblico dei Buyers e dei consumer?
Questa situazione ha preso in contropiede anche noi, nessuno se l’aspettava. Per fortuna che siamo riusciti a relazionarci comunque con i nostri buyers e consumer con le nuove tecnologie digitali che ci hanno permesso un costante contatto in tutto il mondo. Siamo sempre riusciti a garantire le nostre consegne e il momento più buio ce lo stiamo lasciando alle spalle.
E l’attività in cantina?
Non ci siamo mai fermati né in cantina né tra le vigne: con tutte le dovute precauzioni e tutelando sia la nostra salute che quella dei nostri collaboratori, abbiamo continuato la nostra attività perché in campagna la vita continua e le vigne necessitano di attenzioni continue. Le premesse per una buona annata ci sono tutte ma è ancora prematuro ed è meglio non far previsioni.
Cantina Cavazza ci tiene a rimanere in una dimensione di “Azienda agricola” in due 2 territori: quali sono le caratteristiche distintive?
La cantina di Selva è immersa nel verde dei nostri vigneti, piccoli e storici appezzamenti acquisiti dal secondo dopoguerra, che costituiscono oggi una quarantina di ettari nella zona classica di Gambellara (Creari, Bocara, Capitel e Selva) di origine vulcanica ricchissima di minerali come basalto, ferro, magnesio e potassio che fanno da nutrimento per le nostre viti di uva Garganega, autoctona per eccellenza.
A fianco la Tenuta Cicogna, nel cuore dei Colli Berici, un tempo di proprietà della nobile famiglia dei conti Cicogna, e che identifica oggi la nostra collezione di rossi di grande evoluzione. In questo territorio, convivono vitigni storici dei Colli Berici come Cabernet, Tai Rosso e Merlot, e varietà poco comuni come Syrah e Solaris, ciascuna vinificata singolarmente.
Un punto fondamentale del vostro manifesto riguarda la “viticolura sostenibile”: ci può spiegare qualcosa al riguardo?
E’ responsabilità di tutti noi tutelare il paesaggio e salvaguardarne la straordinaria bellezza, comportamento che si riflette nella gestione delle nostre vigne. Ecco che per noi questo si traduce nelle buona pratiche di coltivazione come l’inerbimento a basso impatto ambientale, la diversificazione di colture con salvaguardia della biodiversità, coltivazione non intensiva con vigneti intervallati da oliveti boschi e alberi da frutto autoctoni, uso sostenibile degli agrofarmaci, sovescio, potatura manuale per tenere sotto controllo l’equilibrio vegeto-produttivo di ogni pianta, micro-irrigazione per una minore dispersione d’acqua, e ultimo, ma non meno importante, la salvaguardia di vigne storiche come il Tai rosso Cicogna.
Dal 2019 i vostri vini si fregiano del certificato Sqnpi (Sistema di Qualità Nazionale Produzione Integrata) cosa vuol dire?
Dalla vendemmia 2019 siamo certificati Sqnpi (Sistema di Qualità Nazionale Produzione Integrata) e ogni bottiglia Cavazza riporta il marchio della certificazione riconosciuto dal Ministero delle Politiche Agricole per l’agricoltura integrata. E’ un’ulteriore garanzia che i nostri vini contribuiscono alla sostenibilità dell’ambiente, alla biodiversità del territorio e che sono il risultato di diversi passaggi e controlli lungo tutta la filiera di produzione, dal vigneto fino all’imbottigliamento.
C’è un vostro motto che dice “C’è un vino Cavazza per accompagnare ogni momento, ogni sapore e ogni stagione”. Come è possibile coprire una dimensione così ampia di richieste? E’ “solo” il saper fare di 92 anni di esperienza o anche il saper fare analisi di mercato?
Questa frase riporta l’evoluzione della nostra storia che è sintomatica di quasi un secolo di miglioramento continuo portato avanti da padri, figli e nipoti: siamo passati dal vendere il vino al barile, dalla damigiana alla bottiglia e noi imbottigliamo solo il vino prodotto dalle nostre vigne con tracciabilità garantita. Dai rossi autoctoni della Tenuta Cicogna (due Doc, Mertlot e Cabernet) alle Selezioni di prestigiosi Cru delle denominazioni di Gambellara, passando per spumanti come il Prosecco Doc e la Durella Doc e i passiti pluripremiati come il Gambellara Vin Santo Classico Doc.
In verità se riusciamo a coprire l’ampio spettro di richieste non abbiamo fatto altro che utilizzare al meglio quello che ci offre il nostro territorio, niente di più: il resto lo fa la credibilità di una famiglia con quasi un secolo di esperienza e l’affidabilità dei propri prodotti.
Il punto di vista di Dario Loison
Quando sento parlare della Cantina Cavazza emerge immediatamente il legame tra famiglia e territorio. Una famiglia fatta da nonni, padri, figli e nipoti tutti sinceramente dedicati e legati con amore alle proprie vigne per realizzare vini veri e genuini che sono la loro espressione storica. Una famiglia, è il caso di dirlo, con i piedi per terra, nella loro terra, che produce vino fatto esclusivamente dalle proprie vigne.
Con Stefano ho condiviso memorabili momenti dove i nostri prodotti, panettoni e vini, hanno intrecciato una grande complicità gustativa e sensoriale e sono stati testimoni di manifestazioni con le associazioni del nostro territorio già dagli anni ‘90 come le indimenticabili serate SlowFood. Impossibile non citare l’evento della Pigiatura del Recioto: all’inizio ci trovavamo tra pochi amici e poi come tutte le cose che funzionano bene è diventata un’occasione più grandiosa per omaggiare un antico rituale di famiglia.
Cantina Cavazza
Contrada Selva, 22 Montebello Vicentino (VI) Tel.: +39 0444 649166
https://cavazzawine.com/ – Email: info@cavazzawine.com
L’articolo Cantina Cavazza: la forza di un legame tra famiglia e territorio dal 1928 proviene da L’altra Vicenza.