Una breve premessa (qui tutte le puntate “Canzoni che raccontano la Storia“)
Ascoltate queste due canzoni. Parlano delle condizioni di lavoro. La prima è “Ingranaggi” di Gualtiero Bertelli e parla delle condizioni di lavoro viste dal punto di vista del lavoratore e cosa fossero negli anni ’70 del secolo scorso. La seconda è “Lavorare per il male” dei Tre Allegri Ragazzi Morti con Pierpaolo Capovilla (del 2019) ed è la “presentazione” di una multinazionale. Un “padrone” che è senza volto, un consiglio d’amministrazione impersonale che ripete cifre, numeri, investimenti e “suggerisce” di farsi i fatti propri e di dimenticarsi di lavorare per il male. Una multinazionale che esporta armi e morte, ma è tutto normale. Al primo operaio viene tolta la dignità e la stessa vita. Al secondo, un tecnico integrato in azienda, viene tolto qualcosa di diverso. Gli viene promesso successo e soldi, a patto che non pensi. Lo sfruttamento, in definitiva, è simile. Entrambi sono “ingranaggi” solo che il primo ne è cosciente, il secondo, invece, è diventato “indifferente”.
Gualtiero Bertelli “Ingranaggi”
https://www.youtube.com/watch?v=eJBtNliTmbQ
Tre allegri ragazzi morti (feat. Pierpaolo Capovilla) “Lavorare per il male”
https://www.youtube.com/watch?v=o1AjTblsefE
Dalla parte dei lavoratori.
La storia del nostro paese è costellata di esempi di sfruttamento nei luoghi di lavoro, di necessità di emigrare per trovare lavoro, di schiene spezzate dalla fatica nelle fabbriche e nei campi, di lavori alienanti, di movimenti ripetitivi alla catena di montaggio, di condizioni di lavoro degradanti. Una storia che ha visto lavoratrici e lavoratori lottare per diritti essenziali, scioperi e repressioni brutali, manifestazioni, alienazione, tristezza, allegria. Una storia che non è finita, basta leggere le ultime notizie per rendersi conto che le lotte per il lavoro continuano, magari meno organizzate di un tempo, ma ci sono ancora lavoratrici e lavoratori che difendono il loro lavoro e si oppongono alla chiusura delle fabbriche, che protestano per le condizioni che sono costretti a subire nei campi, che vengono licenziati perché non servono più o perché “costano troppo” e possono essere sostituiti da altri che si accontentano di meno … e ci sono ancora scontri tra chi reprime e chi protesta … in definitiva la solita, vecchia storia di conflitto tra lavoro e profitto, non è finita, tutt’altro.
Ci sono tante canzoni che descrivono il malessere e le lotte per il lavoro. Canzoni diverse tra loro.
Una canzone di Lucio Dalla con il testo di Roberto Roversi, “L’operaio Gerolamo”, racconta di una specie di viaggio attraverso l’Europa che finisce con il suono della sirena di una fabbrica.
https://www.youtube.com/watch?v=tMWMeNyrtmg
Alcune canzoni sono esplicite, parlano degli scioperi, in maniera forse didascalica accompagnata da una musica allegra. È il caso di “Sciopero!” degli Stormy Six che ricorda i fatti di Portici del 1983.
https://www.youtube.com/watch?v=P6fAj07W2nQ
Poi si trovano quelle che accusano gli indifferenti, come fa magistralmente Fabrizio De Andrè nella “Canzone del maggio” (qui in versione originale e diversa da quella pià conosciuta)
https://www.youtube.com/watch?v=GupK8afM37s
Altre sono tristi e rispecchiano lo sgomento per un lavoro che non piace ma che si deve pur fare per poter sopravvivere. È un lavoro che svuota l’umanità, che produce alienazione e solitudine, così come quello descritto da Enzo Jannacci nella sua “Vincenzina e la fabbrica” .
https://www.youtube.com/watch?v=9D-3oBhwRSs
Il quesito è sempre lo stesso. Da che parte è il progresso? O, meglio, qual è il progresso più utile? (E a chi?) Quello del profitto, che porta alla ricchezza individuale e, spesso e volentieri, all’indifferenza per gli altri o quello che vuole dire lavorare per costruire una vita migliore per ognuno e per tutti? Una vita che possa essere vissuta senza l’assillo di dover arrivare a fine mese, di avere, domani, ancora un lavoro, di poter pensare a un futuro che non sia cupo e ostile.
Ci vorrebbe un ritorno a quella che una volta si chiamava “coscienza di classe”. È, in definitiva, quella solidarietà tra lavoratori che permette di rompere la solitudine con la parola e il ragionamento come canta Pierangelo Bertoli nel suo brano “L’autobus”.
https://www.youtube.com/watch?v=M7tC248mFcw
Per finire, una canzone, “La fabbrica” degli Stormy Six, che descrive gli scioperi del 1943.
https://www.youtube.com/watch?v=29Nh6AcnmhY
Scioperi decisivi per la Storia d’Italia perché, indetti in pieno regime fascista, fermarono la produzione delle maggiori fabbriche del nord, furono i primi episodi importanti della Resistenza e posero le basi per una Repubblica fondata sul lavoro.
Ma quella della Resistenza sarà la prossima storia.
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