“Limitarsi a spostare il problema nelle farmacie non ha senso, abbiamo bisogno di più postazioni per i test”. Centri tamponi sotto pressione anche in Veneto, code e ritardi vengono segnalati in più province.
Sulla questione interviene la Consigliera regionale Cristina Guarda di Europa Verde (qui altre sue note su ViPiu.it, ndr): “Migliaia di persone in fila al gelo per ore, talvolta in postazioni con carenti in termini di adeguati servizi igienici o di attenzioni per soggetti più fragili, come gli anziani. Sono queste le immagini di una azione di risposta efficace alla pandemia che vorremmo consegnare ai posteri? E’ importante che i cittadini si presentino spontaneamente per sottoporsi ai test, perché questo ci consente di conoscere lo stato di diffusione del virus, nonostante il sistema di tracciamento sia saltato dal almeno un paio di mesi. Possibile non riuscire a potenziare i nostri centri vaccinali in modo tale da poter testare i cittadini in sicurezza e senza il pericolo di trasmissione del virus? Per questo ho presentato una interrogazione in Consiglio regionale per chiedere quali indicazioni siano state fornite da parte della Regione per rispondere ad un disservizio che rischia di aggravare la situazione. Utilizzare le farmacie e le parafarmacie anche per i test di fine isolamento rischia di essere un semplice palliativo, spostare il problema non è la soluzione del problema. Servono invece maggiori risorse in termini di personale e strumenti.”
Conclude Guarda: “Segnalazioni di disagi pesanti giungono da più parti, ma la situazione pare essere particolarmente difficile presso le ULSS 9 e 7, quest’ultima da oltre un anno e mezzo si profila come la ULSS con maggiori criticità segnalate dai cittadini, anche nel campo di somministrazione dei vaccini. Mentre nella ULSS veronese il disagio vissuto dai cittadini sembra essere ancora più grave, infatti in molti lamentano l’impossibilità di prenotare il tampone per poter quindi rientrare a lavoro o scuola.”