Anna Lisa Nalin (in foto), Responsabile Imprese e professioni alla Segreteria nazionale +Europa Corrado Cortese, Portavoce +Europa Veneto commentano in una nota la notizia riportata sui quotidiani locali dell’operazione anti caporalato tra Verona, Padova e Vicenza, che “mette in luce ancora una volta un realtà inaccettabile alla quale anche una parte dell’imprenditoria agricola veneta non è estranea”.
“Anche nella nostra regione purtroppo ci sono aziende che operano sfruttando la manodopera, eludendo le leggi sul salario minimo ed evadendo il fisco. Alla Regione +Europa Veneto lancia l’idea di istituire un marchio di qualità “Cap Free” (caporalato free), da attribuire a tutte quelle aziende che con la massima trasparenza dimostrino al consumatore che il prodotto è risultato di una filiera corretta, rispettosa delle leggi e dell’etica- proseguono gli esponenti di +Europa -. Questo nel più ampio concetto di riconoscere e premiare le aziende virtuose, isolando quelle che operano contro la legalità”.
“Si tratta di elaborare un protocollo d’intesa con le associazioni di categoria e con la grande distribuzione con un “percorso” di qualifica di etica lavorativa, che escluda il ricorso a personale impiegato in modo illecito o sottopagato. Il rispetto del protocollo porterebbe all’attribuzione di un vera e propria certificazione”.
“Il Veneto è una regione che fa della produzione agricola un suo fiore all’occhiello, ma prestigio e primati commerciali non possono essere conquistati in violazione delle regole, del rispetto per i lavoratori e della concorrenza con le altre aziende che rispettano la legalità.
In questi anni – conclude la nota – tali violazioni hanno portato alla cronaca casi tragici oltre che danni e immagine negativa alle aziende coinvolte”.
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