Caracol Olol Jackson: Crisi idrica ed emergenza climatica. Cause Globali e locali

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La Onlus di Vicenza Caracol Olol Jackson ha convocato un’assemblea pubblica dal tiolo: “Crisi idrica ed emergenza climatica. Cause Globali e locali”. L’appuntamento è per mercoledì 6 luglio 2022, ore 21.00, sul prato davanti all’Ex Lanerossi di Via Masotto,
quartiere dei Ferrovieri di Vicenza.

Come comunicato dall’associazione, interverranno: Marco Rabito, Crisi Climatica e Crisi Idrica, 44 anni, vicentino, Meteorologo AMPRO e Presidente di Meteo in Veneto. Si occupa di previsioni del tempo e divulgazione scientifica. Dario Zampieri, Cementificazione, clima e crisi idrica. Geologo, professore associato dell’Università di Padova. Francesco di Bella, TAV e consumo di risorse idriche e consumo di suolo Architetto, tecnico del Coordinamento Tav e Clima. Teo Molin Fop, Il caso della Coca Cola a Verona, ADL Cobas.

“Mai così a secco. Il centro e il sud d’Italia sono in allarme rosso. Le Regioni del nord sono già al collasso e si concretizza sempre di più l’ipotesi di un razionamento idrico senza precedenti in queste proporzioni e in aree così vaste. Ma per il Governo la colpa è tutta delle avverse condizioni atmosferiche e di cambiamenti climatici, il ministro della (non) transizione ecologica, Roberto Cingolani, non vuole proprio sentir parlare, impegnato com’è a cercare petrolio e gas, ed a rallentare il passaggio alle rinnovabili. Più comodo invocare l’”emergenza”, concetto utilissimo per giustificare tutti i mancati interventi che ci hanno portati al disastro.

Sono pochi i media che hanno ricordato come, secondo gli esperti, questo sarà l’anno più fresco dei prossimi 30 anni, che con siccità come questa, o peggio, dovremmo imparare a convivere perché saranno sempre più frequenti, e che l’unica “emergenza” di cui abbia senso parlare sia quella climatica. Emergenza che deve essere affrontata proprio all’opposto di come la sta affrontando il Governo: uscendo, il prima possibile ed a tutti i costi, da una economia basata sui combustibili fossili.

Uscire al fossile significa a nostro avviso uscire dal sistema delle grandi opere e della cementificazione, uno dei fattori principali delle emissioni di CO2 a livello planetario, sottrarre alle multinazionali l’uso quasi gratuito delle risorse idriche come nel caso della Coca Cola nel nostro paese, volgiamo quindi partire da uno sguardo globale sulla crisi climatica per calarci poi nel nostro territorio e dimostrare come il TAV sarà nel nostro territorio una opera pericolosissima per il consumo di acqua e di suolo o per esempio portare il caso dello sfruttamento delle nostre risorse di falda a Nogara (VR) da parte della Coca Cola”.