Durante il sit-in dei poliziotti di mercoledì mattina al carcere Due Palazzi di Padova, dopo i recenti episodi di violenza che si sono verificati ai danni di alcuni agenti della polizia penitenziaria, anche a Vicenza, l’assessore regionale al Lavoro del Veneto, Elena Donazzan ha affermato che “Non esistono regole d’ingaggio chiare in assoluto, quando abbiamo a che fare con la peggiore umanità. Perché voi non avete a che fare con le signorine. Qua dentro abbiamo la parte degenerata della società”.
Le dichiarazioni, riportate da Il Mattino di Padova, che ha diffuso anche un audio, sono state riprese anche da Repubblica e altri media nazionali, dopo che l’assessora ci era finita anche per la vicenda della canzone fascista “Faccetta Nera”.
La posizione di Donazzan sulla sua visita al carcere
“Si stanno sviluppando polemiche pretestuose, perché ieri al carcere di Padova ho affermato esattamente il contrario: le regole di ingaggio sono fondamentali perché mettono il più possibile in protezione gli agenti nelle loro azioni e proprio agli agenti ho detto che il Protocollo operativo licenziato qualche giorno fa dal Ministero della Giustizia è un provvedimento molto significativo che va nella direzione della chiarezza e della cornice predeterminata di legalità nella gestione di eventi critici. Ho aggiunto anche che il lavoro degli agenti di polizia penitenziaria è tra i più difficili e che hanno fatto scelte coraggiose di vita avendo a che fare con situazioni impreviste e complesse da predeterminare, anche con il migliore Protocollo”.
“Ero e sono sempre al fianco di chi veste la divisa – aggiunge Donazzan – e ieri la presenza al sit in era per esprimere innanzitutto piena solidarietà agli agenti feriti e la preoccupazione, come assessore al lavoro, per la sicurezza sul lavoro di queste persone. Perché di questo si tratta. Gli agenti non hanno a che fare con la vigilanza in una scuola dell’infanzia con le creature che sono la migliore umanità, ma in carcere, banalmente ribadisco, con persone che qualcosa di male nella vita devono averlo fatto per essere recluse”.
“Certo – conclude l’Assessore – resta il faro della Costituzione che indica la funzione educativa e di recupero del carcere, e in questo, come Regione del Veneto, non siamo secondi a nessuno. In questi anni l’attenzione alle attività di istruzione e formazione nelle carceri del Veneto e in particolare a Padova sono state tante e non smetteremo di credere che attraverso le regole e la legalità, attraverso le attività formative e lavorative, si possano riqualificare le persone spingendole a riscattare la propria vita”.
Le reazioni del centrosinistra
La replica alle dichiarazioni rilasciate dall’assessore regionale al Lavoro, in occasione della visita al carcere Due Palazzi di Padova, è della capogruppo del Partito Democratico, Vanessa Camani assieme ai consiglieri dem
“Solitamente sono gli avvoltoi che si avventano sulla carcassa. Ieri invece è stata Elena Donazzan che, invece di affrontare con serietà i tanti problemi delle carceri venete, ha piegato la sofferenza e i disagi delle persone recluse e dei lavoratori per fare la sua personale passerella elettorale”.
“I problemi non sono le persone bensì sono generati dal grave malfunzionamento del sistema carcerario italiano, flagellato dalla pesante carenza di agenti di Polizia penitenziaria e di operatori, dal sovraffollamento, che in Veneto tocca la punta del 120% e dal crescente numero di detenuti condannati per pene brevi. A tutto questo si aggiunge la presenza negli istituti di persone che potrebbero stare altrove e in altre condizioni, come ad esempio i tossicodipendenti. In questo scenario da incubo – sottolinea Camani – si riducono anche le possibilità di lavoro e di recupero delle persone detenute che, esasperate, si tolgono la vita sempre più spesso, come dimostrano i numeri drammatici di questi anni relativi ai suicidi in carcere.
La Regione potrebbe dare un importante contributo, investendo risorse per i servizi sanitari nei penitenziari, a partire da quelli inerenti la salute penitenziaria, di competenza regionale. Ridurre questo dramma alla bassa qualità umana dei detenuti, come fa Elena Donazzan, dimostra quanto l’assessora sia lontana non solo dai problemi concreti ma anche e soprattutto dalle soluzioni serie”, conclude Vanessa Camani.
“Sono inaccettabili e istituzionalmente offensive le parole dell’assessore regionale Donazzan pronunciate al carcere due Palazzi di Padova “Qui dentro la peggiore umanità’ e “la parte degenerata della società. Dichiarazioni inaccettabili pochè – dichiarano l’On. Enrico Cappelletti e la Sen. Barbara Guidolin del M5S – esse tenderebbero a nascondere la realtà dei fatti. Le criticità del sistema carcerario sono legate a problemi reali, come il sovraffollamento, gli scarsi investimenti nelle attività riabilitative e la cronica carenza di personale di polizia penitenziaria, che lotta per garantire i livelli minimi di sicurezza.
L’assessore Donazzan con tali espressioni tende a privare i suoi bersagli della loro dignità umana, relegandoli a un dantesco livello infernale. Queste affermazioni, – proseguono i parlamentari veneti Cappelletti e Guidolin – di cui Zaia e Soranzo speriamo si dissocino, colpiscono almeno un terzo dei detenuti ultra cinquantenni e le donne recluse che lottano anche per il loro stato di salute o di difficili rapporti con i figli fuori dal muro di reclusione.
La Donazzan se vuole vedere uno specchio della peggiore umanità’ ripassi la storia del fascismo e del nazismo. Se vuole vedere la parte degenerata della società, guardi a quanti ancora oggi rivendicano – concludono Cappelletti e Guidolin – con nostalgica fierezza la loro vicinanza al periodo più buio della nostra storia. Non le sarà difficile.”