Per contenere la carenza di medici di medicina generale la Giunta della Regione Veneto ha approvato alcune misure straordinarie.
Si tratta di due provvedimenti approvati dall’esecutivo su proposta dell’assessore alla Sanità e alle Politiche sociali, Manuela Lanzarin. L’obbiettivo è rinforzare la copertura assistenziale territoriale e contenere gli effetti della carenza di medici.
Il primo, proroga le “disposizioni temporanee ed eccezionali in materia di assistenza primaria e di continuità assistenziale” prevedendo la possibilità, su base volontaria, di portare per ogni MMG in attività il massimo degli assistiti dal 1.500 a 1.800. Questa misura contempla l’integrazione regionale all’indennità annua per il collaboratore di studio pari a 2 euro in più a quelli già previsti per assistito.
L’altro provvedimento definisce l’assetto organizzativo del corso triennale di formazione specifica per la nuova annualità accademica, fornendo nuove disposizioni per coloro che espletano incarichi provvisori o temporanei durante la frequenza.
La delibera che definisce l’assetto formativo fissa, per le tre annualità in corso nell’anno accademico 2021-22, un finanziamento di 8 milioni 500 mila euro da destinare alla Fondazione Scuola di Sanità Pubblica per la Formazione Specifica in Medicina Generale.
830.000 euro serviranno, grazie al PNRR, a pagare 66 borse di studio aggiuntive alle 240 già finanziate con lo scopo sempre di far fronte alla carenza di medici. Quella che garantisce l’aumento del massimale degli assistititi, assegna alle Ulss del Veneto, in via temporanea ed eccezionale, un investimento complessivo fino ad un massimo di 29 milioni di euro per l’anno appena iniziato.
“Da una rilevazione – ha detto la Lanzarin -, risulta che a luglio di quest’anno erano stati conferiti incarichi di Medicina generale già a 170 medici, più di un quarto dei corsisti. Una vera boccata di ossigeno per le zone carenti. All’ottobre scorso erano 586 e 209 sono state coperte grazie a incarichi temporanei assegnati a corsisti. Ne rimangono 377 e mai come in questo contesto storico si rende necessario avvalersi anche di medici frequentanti la scuola di formazione”.
L’assessore regionale alla sanità del Veneto ha poi aggiunto: “Si tratta di misure eccezionali, ma anche innovative destinate a dare un impulso al contrasto della carenza di medici di medicina generale e contribuire a garantire la continuità dei servizi di assistenza territoriale. Difficoltà che negli ultimi anni si riscontrano sia a livello nazionale sia locale.
L’impegno della Regione è importante e per questo tiene sempre costante il confronto con le rappresentanze dei professionisti. Nell’ultimo incontro è stato anche avviato il tavolo e il percorso di un nuovo modello organizzativo della medicina territoriale che tenga conto dell’invecchiamento della popolazione, dei carichi di lavoro e anche delle novità contenute nel PNRR e nel nuovo accordo collettivo nazionale”, conclude l’assessore Lanzarin.