Passata l’emergenza virus, rimangono quelle della carenza del personale infermieristico, del personale medico e il deficit di bilancio dovuto alle spese per far fronte alle necessità collegate alla pandemia e ai mancati introiti, a causa della chiusura per molti mesi degli accessi nelle residenze di Ipab di Vicenza”. Fa propria la preoccupazione espressa dai vertici di Ipab di Vicenza il sindaco Francesco Rucco, che nel corso della pandemia si è più volte occupato della situazione dell’Ente con sede in contra’ San Pietro, dove questa mattina, per iniziativa dello stesso Rucco, presente all’incontro, si sono confrontati i vertici della Rsa rappresentati dal presidente Ermanno Angonese e dal dg Annalisa Bergozza, e il dg dell’Ulss 8 Berica, Giuseppina Bonavina. “Il colloquio è stato positivo e si sono evidenziate le varie criticità da affrontare e le ipotesi per tamponare la difficile situazione – commenta in un comunicato Angonese -. Stiamo lavorando da mesi per riorganizzare ed efficientare al massimo i nostri servizi, ma siamo fortemente limitati dalla mancanza di infermieri, che ci impedisce di poter pianificare l’ingresso di nuovi ospiti, reso finalmente possibile dalle normative”.
“Nonostante il numero importante di nostro personale infermieristico assunto da parte di Ulss 8, con il precedente concorso di Azienda Zero – gli ha fatto eco Bergozza – eravamo riusciti con grande sforzo a colmare le lacune grazie a varie selezioni a tempo indeterminato e non, e ad una massiccia riorganizzazione delle attività dei vari nuclei di degenza, ma ora con le nuove assunzioni di cinque nostri infermieri, effettuata sulla base dell’ultimo ennesimo concorso indetto da Azienda Zero, temiamo di non riuscire a garantire l’attività infermieristica presso tutti i nuclei”.
“La difficile situazione – spiega il dg dell’Ipab – deriva da una richiesta pervenuta dall’Ulss 8 del 31 marzo scorso, di “Rilevazione del fabbisogno di personale infermieristico presso le Rsa”. Le stesse avrebbero dovuto segnalare all’Ulss l’eventuale necessità di ottenere temporaneamente del personale in supporto per un periodo limitato. Il nostro Ente – prosegue il dg -, grazie all’enorme sforzo organizzativo e di recupero di personale era riuscito a non inoltrare alcuna richiesta, in quanto aveva nuovamente raggiunto l’autonomia. Peccato che, proprio a seguito di questo “sistema” di supporto alle Rsa, il nostro Centro servizi si trova ora, a causa delle nuove chiamate Ulss, ad aver improvvisamente a sua volta necessità di recuperare cinque infermieri, in sostituzione dei cinque che Ulss 8 “preleva” da Ipab di Vicenza, in nome del supporto ad altre strutture, anche se a volte capita che alcuni finiscono poi direttamente in ambiente ospedaliero. Quindi si è innestato un meccanismo perverso e inutile: quello in cui le Ulss hanno facoltà di inviare infermieri in aiuto alle Rsa per qualche mese, tuttavia prelevandoli da altre Rsa. Una sorta di cane che si mangia la coda che anziché risolvere il problema – conclude la nota – lo peggiora in misura esponenziale, impedendo una corretta programmazione delle risorse umane, dato che questa temporaneità di assegnazione non fornisce alcuna garanzia sulla permanenza delle figure individuate. Inoltre, invoglia ulteriormente il personale delle Rsa a effettuare il passaggio definitivo nelle Ulss, nelle quali il contratto di lavoro è migliorativo in termini economici. Non si comprende pertanto quale possa essere il beneficio derivante da tali procedure, così come quali armi possano ancora tentare di mettere in campo le Rsa per non vedersi depauperate delle proprie risorse professionali e per non trovarsi esposte al rischio di dover chiudere reparti per la mancanza delle necessarie figure. A questo tema – conclude Bergozza – si aggiunge inoltre la carenza di personale medico presso i reparti che da alcuni mesi sta diventando significativo ed evidenzia aspetti di criticità gestionale. Da parte sua – conclude la nota dell’Ipab – il direttore generale dell’Ulss Berica, ha condiviso le preoccupazioni emerse nel corso del colloquio, posticipando la chiamata dei cinque infermieri in capo ad Ipab di Vicenza e confermando la disponibilità a venire incontro, per quanto possibile, alle esigenze espresse, mettendo inoltre a disposizione i propri uffici per condividere le strategie possibili”.