Carenza manodopera e mondo del lavoro continuano ad andare a braccetto nell’economia italiana che vorrebbe risollevarsi dagli ultimi anni bui. Una piaga, in particolare nel Nordest italiano che continua a districarsi tra mille difficoltà.
Il Sole 24 Ore di oggi in edicola, grazie a una vasta ricognizione sul tema firmata da Bianca Lucia Mazzei, Valentina Melis e Serena Uccello, presenta ai lettori una mappa dei settori dove più si avverte la mancanza di lavoratori pronti a entrare nel circuito e a dargli nuova linfa.
Ma tutti i ragionamenti partono dai dati, come quelli di Unioncamere e dell’Anpal, l’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro circa il bilancio fra domanda e offerta di lavoro nel 2023.
La carenza di manodopera è avvalorata in particolare dalle molte richieste di lavoratori extra europei arrivata da imprese e famiglie con i click day del 2, 4 e 12 dicembre scorso per la quota di ingressi relativa al 2023 prevista dal decreto flussi 2023-2025. Secondo i dati forniti dal ministero dell’Interno al Sole 24 Ore del Lunedì le domande presentate sono state 609.119 per 136mila posti.
Sul funzionamento del meccanismo di questa procedura si è lamentato recentemente Gianluca Cavion, presidente di Confartigianato Imprese Vicenza (leggi qui).
Va inoltre considerato che è all’orizzonte uno “slittamento molto probabile per i click day del 5, 7 e 12 febbraio relativi alle richieste per 151mila lavoratori extracomunitari da far entrare nel nostro Paese nel 2024 – si legge su Il Sole -. Non è ancora possibile precompilare le richieste sul portale del ministero dell’Interno in modo da essere pronti per l’invio quando, alle 9 del mattino, scatta la corsa alla trasmissione che porta le quote a esaurirsi in pochi minuti“.
Il quotidiano economico scrive: “Dai dati di Unioncamere-Anpal emerge che su 5,5 milioni di contratti di lavoro necessari alle imprese nel 2023, per il 45,1% è stato difficile reperire il personale. È un tasso di difficoltà medio, che si impenna al 58,4% nell’industria metallurgica, al 57,6% nelle costruzioni, al 57,1% nel comparto del legno e del mobile. Nell’industria il tasso medio di difficoltà a reperire personale è del 52,7 per cento. Nei servizi è del 42,1 per cento.
A livello territoriale, il mismatch tra domanda e offerta di lavoro è sopra la media in Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Umbria e Marche. Oltre al problema della rispondenza al mercato dei percorsi formativi dei giovani, pesa anche la componente demografica e la riduzione della popolazione in età lavorativa: i residenti fra 15 e 64 anni erano 39,1 milioni nel 2010 e saranno 35,9 milioni nel 2030 (dati Istat)”.
Per come riportato, anche attraverso il parere di rappresentanti delle diverse categorie di lavoro, il problema della carenza di manodopera rappresenterà un’emergenza anche nell’anno appena iniziato.
Quanto al problema demografico, S24 propone un commento di Laura Zanfrini circa la necessità di rivedere le attuali politiche per l’immigrazione.
In questa analisi, il Veneto, oltre che per la percentuale sopra la media nazionale nel mismatch tra domanda e offerta, è presente anche per l’esempio fornito da Jesolo, dove l’Associazione Jesolana Albergatori ha messo in campo una strategia in tre mosse per ovviare alla carenza di personale nel settore turistico, in vista della prossima stagione estiva.
“Oltre 450 curricula in pochi giorni. È già tempo di pensare alla prossima estate per Jesolo, che mette in campo ospitalità per i lavoratori, premio di produttività e marketing territoriale“, riporta il giornale economico che aggiunge: “si guarda in particolare a giovani lavoratori tra i 18 e 35 anni e ai lavoratori stranieri”.