La corsa per tamponare quell’autentica emorragia che può derivare dal caro bollette è cominciata, è notizia di questi giorni che il Governo, salvo rinvii dell’ultima ora, si appresta a varare una manovra che salvaguardi famiglie e imprese da scenari che possiamo definire apocalittici.
Notizie di stampa accreditate (Il Sole 24 ore del 05.09.2022) lanciano quello che per i risparmiatori potrebbe essere un preoccupante segnale d’allarme “Le risorse con cui finanziare il dl potrebbero anche aumentare, trainate dall’aumento delle entrate tributarie (45.546 milioni di euro a luglio, +1.370 milioni di euro) e da un eventuale “tesoretto” aggiuntivo derivante da decreti inattuati.”
Il quotidiano la Verità del 06.09.2022 titola:”Il Governo cerca fondi anti bollette: dai decreti “scaduti” 7,8 miliardi”.
Giusto cercare risorse senza sforare, lo si è detto molte volte, però ricordiamo che il FIR è una legge dello stato, non un decreto, per la precisione la Legge 30 Dicembre 2018 n. 145 che ha stabilito al Comma 493 che “Per la tutela del risparmio e per il rispetto del dovere di disciplinare, coordinare e controllare l’esercizio del credito, nello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze è istituito un Fondo indennizzo risparmiatori (FIR), con una dotazione iniziale di 525 milioni di euro per ciascuno degli anni 2019, 2020 e 2021.”
E anzi è stabilito ai commi 496 e 497 che le percentuali di indennizzo di azionisti e obbligazionisti potranno essere incrementate “qualora in ciascuno degli anni 2019, 2020 e 2021 le somme complessivamente erogate per l’indennizzo secondo il piano di riparto siano inferiori alla previsione di spesa dell’esercizio finanziario, nel pieno rispetto dei limiti di spesa, della dotazione finanziaria del FIR e fino al suo esaurimento, fermo restando quanto previsto al comma 499.”
Peraltro di recente la Commissione Tecnica, deputata al vaglio delle domande, è stata prorogata sino alla fine del mese di dicembre: in ballo vi sono alcune migliaia di domande che aspirano ad un riesame dopo essere state, magari, rigettate perché viziate da meri errori formali .
Insomma in altre parole nulla di scaduto, anzi sono ancora parecchie le aspettative in gioco, dribblare in area di rigore le speranze dei risparmiatori sarebbe un autogol da parte dell’esecutivo.