L’aumento del caro energia avrà senz’altro ricadute produttive e occupazionali nelle aziende del Veneto. Ricadute che serve monitorare e anticipare con azioni mirate. Per questo Cisl Veneto esprime il suo apprezzamento per l’iniziativa della Regione, il cui assessore al Lavoro Elena Donazzan ha oggi incontrato sul tema le parti sociali del comparto industriale e artigianale del Veneto. Il consistente aumento dei costi dell’energia e del gas verificatosi negli ultimi mesi sta infatti compromettendo il positivo andamento congiunturale che si era avviato nel corso del 2021, e rischia ora di costringere molte imprese grandi, medie e piccole a fermare l’attività per l’incompatibilità economica causata dall’esplosione delle spese.
“Condividiamo la proposta della Regione di costituire un tavolo regionale di monitoraggio delle varie situazioni aziendali” dichiara Gianfranco Refosco, segretario generale di Cisl Veneto “per anticipare eventuali crisi con impatto sull’occupazione e per predisporre i necessari interventi per salvaguardare i posti di lavoro e la continuità delle attività produttive. Riteniamo inoltre necessario un confronto, allargato anche all’Assessorato alle Attività produttive, sulle scelte immediate da mettere in campo per calmierare l’aumento esorbitante del costo dell’energia e del gas, anche chiamando in causa le aziende fornitrici (nazionali e locali, a partire dalle multiutilities) e facendo pressione comune sul Governo per chiedere un immediato intervento che salvaguardi il patrimonio industriale e
artigianale del nostro territorio”.
“È inoltre opportuno perseguire, rapidamente, tutte quelle azioni che potrebbero implementare la nostra produzione di energia, nel breve, medio e lungo periodo” continua Refosco. “La scelta strategica è quella della diversificazione delle fonti di energia. Le energie rinnovabili come l’idroelettrico hanno bisogno urgente di investimenti e ammodernamenti negli impianti esistenti e il completamento di quelli che sono in fieri ma di fatto restano bloccati. Gli impianti di termovalorizzazione, gli impianti di rigassificazione, l’estrazione di gas nell’Adriatico, consentirebbero al nostro Paese e alla nostra ragione una maggiore autonomia e quindi una minore dipendenza dalle turbolenze esterne dei mercati”.