Sono stati circa 50 gli alunni delle scuole di Vicenza che ieri hanno mangiato un panino portato da casa in protesta per il caro mensa. Lo si apprende dall’edizione odierna de Il Corriere del Veneto.
Nel suo resoconto della singolare protesta contro la gestione della refezione scolastica voluta dall’attuale amministrazione comunale, Federico Murzio scrive: “La risposta dei dirigenti scolastici degli istituti comprensivi è stata pressoché immediata. In una di queste risposte, per esempio, si legge che «preso atto della situazione informiamo che non è possibile organizzare in tempi brevi le modalità per garantire sorveglianza e disposizione igienico-sanitarie adeguate al consumo del pasto domestico all’interno dell’edificio scolastico».
A protestare contro il caro mensa sono stati i bambini delle famiglie che hanno deciso di rinunciare al servizio mensa. In merito, sempre i dirigenti scolastici, hanno fatto sapere che “la rinuncia per essere effettiva deve essere convalidata dagli uffici comunali preposti. Una volta accolta, determina la rinuncia al servizio per l’intero anno scolastico. Infine, i dirigenti hanno fatto sapere ai genitori: “Se lo ritenete potete venire a ritirare vostro figlio nel tempo mensa. In caso contrario può consumare in sicurezza il pasto della mensa”.
“Insomma: per evitare contaminazioni alimentari con i pasti e le diete ad hoc degli alunni – si legge ancora su Il CdV -, chi non usufruirà del servizio mensa potrà mangiare a casa propria e, su tutto, l’ultima parola o meno sulla possibilità di pranzare con alimenti cucinati a casa spetterà a Palazzo Trissino. Inferociti i genitori interessati, alcuni dei quali ipotizzano azioni legali, e inferocita «dal modo di fare degli uffici pubblici, compresi quelli scolastici» anche l’opposizione”.
Fonte: Il Corriere del Veneto