Cartelli in veneto nel parcheggio della casa di riposo, Cgil: “Null’altro a cui pensare”?

593
cartelli dialetto veneto parcheggio casa riposo michelazzo
Il cartello in dialetto veneto nel parcheggio della casa di riposo Michelazzo (foto: Il Giornale di Vicenza)

“È stupefacente rilevare che in questi giorni siano stati affissi ai muri del parcheggio della Casa di Riposo Michelazzo di Sossano cartelli con la traduzione anche in dialetto veneto del divieto a parcheggiare ai non addetti: ma veramente questa amministrazione non aveva altro a cui pensare”?

cartelli dialetto veneto parcheggio casa riposo michelazzo
Il cartello in dialetto veneto nel parcheggio della casa di riposo Michelazzo (foto: Il Giornale di Vicenza)

Lo sostiene in un comunicato stampa Giulia Miglioranza, Segretaria Generale Funzione Pubblica Cgil Vicenza.
“Siamo convinti – ha poi argomentato – che il ruolo degli amministratori delle Strutture Residenziali per Anziani potrebbe essere strategico, per mettere in evidenza le priorità e far sentire la loro voce, a livello locale ma anche regionale, affinché queste strutture fondamentali per garantire assistenza a persone non autosufficienti, vengano valorizzate e non lasciate a loro stesse.
Per parte nostra rivendichiamo da anni, a livello provinciale e regionale, l’esigenza di investimenti veri e di un governo del sistema che sappia prospettarne un vero rilancio.
Da anni chiediamo una riforma delle Ipab in Aziende Pubbliche di Servizi alla Persona che ne mantenga il carattere pubblico. Da anni denunciamo il continuo ricorso alle esternalizzazioni, che servono solo a risparmiare sulla pelle di lavoratori e lavoratrici, peggiorandone le condizioni organizzative ed economiche. Da anni rivendichiamo la necessità di incrementare le retribuzioni, prevedendo ad esempio l’inserimento delle Ipab nel Contratto Sanità Pubblica, per evitare la legittima fuga del personale, alla ricerca di condizioni contrattuali migliori. Da anni ribadiamo l’urgenza della revisione degli standard assistenziali e di aumentare le assunzioni, in modo da consentire un corretto rapporto personale/utenti, migliorando la qualità del servizio e i carichi di lavoro del personale.
Niente di tutto ciò troviamo nell’iniziativa di tradurre i cartelli in dialetto veneto – conclude Giulia Miglioranza – e, francamente, ci piacerebbe che l’attenzione fosse puntata altrove: sui temi veri, quelli che possono incidere veramente sulla qualità dei servizi alle persone e sulle condizioni di lavoro del personale”.