Case chiuse rimangono… chiuse anche a Vicenza: Corte Costituzionale “salva” Legge Merlin

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tariffario bordello

L’ esito non era scontato ed è per questo le donne hanno atteso la sentenza con il fiato sospeso; ma alla fine la Corte Costituzionale ha deciso affinché la Legge Merlin, promulgata nel febbraio 1958, rimanga in vigore nella sua interezza.

Questo evento allontana e rende impraticabile la riapertura delle case chiuse: cosa che si auspicavano il vice premier leghista Salvini e altri sostenitori con le scusanti delle tasse, della legalità, del controllo sanitario, del buon costume e in nome del fatto che sarebbe “espressione di libertà sessuale”. I giudici però hanno dichiarato le questioni sollevate non fondate e hanno salvato e di conseguenza riaffermato la validità di questa Legge.

E’ giusto ricordare che Merlin affermava con forza di come anche la prostituzione volontaria fosse dannosa per la dignità della donna; ed è limitante ricordarla come la fautrice della chiusura delle case chiuse perché nel testo si dice esplicitamente “Abolizione della regolamentazione della prostituzione, lotta contro la prostituzione altrui e pene per gli sfruttatori.”

Rimane altresì valido che ‘il reclutare, l’ agevolare e il favorire la prostituzione resta un delitto’, come appariva chiaro già 60 anni fa.

Molto se ne è parlato anche a Vicenza nei giorni scorsi sul discorso della riapertura delle case chiuse come se fossero la panacea di tutti i mali. Ma stranamente si salta sempre a piè pari il discorso “uomini” come se loro non facessero parte del problema della prostituzione: non regge più l’ argomento che “è il mestiere più vecchio del mondo”, perché allo stesso modo allora anche “lo sfruttatore è vecchio come il mondo”. E chi è nato prima o dopo è una questione peregrina.

In fondo è una distinzione fasulla quella che distingue la prostituzione forzata da quella volontaria; distinzione che viene normalizzata e “ben digerita” dalla società che non vuole sforzarsi di affrontare l’ argomento nel suo insieme e che tenta di giustificare lo sfruttamento sessuale e tutto ciò che dietro ad esso si nasconde.

Siamo sicuri che una donna che vende consapevolmente il proprio corpo non sia una vittima?

La libertà di agire è un valore in democrazia, ma siamo certi che tutto ciò che è libero sia un bene per la persona?

La Corte Costituzionale si è espressa qualche giorno fa e mi appare del tutto superfluo domani regalare o scambiarsi mimose perché la dignità che quella legge tentava di restituire alle donne era e rimane qualcosa di più prezioso: la dignità in se stesse.

di Irma Lovato Serena