Da fonti di stampa abbiamo appreso – è scritto in una nota Adiconsum – che il Presidente del Banco Bpm considera il caso diamanti “chiuso”, affermando che «i diamanti li abbiamo interamente spesati con gli accantonamenti messi a bilancio lo scorso anno».
Tale affermazione ci lascia perplessi – dichiara Danilo Galvagni, Vicepresidente di Adiconsum nazionale – Infatti, quanto detto dal Presidente del Banco non trova riscontro nella Relazione di bilancio. Se è un desiderata di Fratta Pasini quello di ristorare tutti i risparmiatori, ne siamo contenti. Purtroppo, la realtà è ben differente.
Inoltre – evidenzia Carlo Piarulli, Responsabile Nazionale Credito e Finanza Adiconsum – a pagina 31 della Relazione di bilancio 2018 del BPM è scritto che per 13.300 reclami (ma noi stimiamo che il venduto coinvolga almeno 40.000 risparmiatori) il petitum complessivo, al 31/01/2019, è pari a 430 milioni di euro, mentre le risorse finanziarie complessivamente messe a disposizione dal Gruppo Bpm per fornire ristoro alla clientela ammontano a 318,3 milioni di euro.
Poi – aggiunge Piarulli – sebbene la Relazione? dedichi all’argomento numerose pagine, non si capisce a quanto ammonti effettivamente il controvalore totale in diamanti venduto dal Banco, a differenza, invece, dei Bilanci di Intesa San Paolo e Mps che liquidano l’argomento in mezza paginetta, ma scrivono a quanto ammonta il venduto e confermano che hanno integralmente rimborsato l’investimento ai risparmiatori.
È auspicabile – conclude Galvagni – che il Banco Bpm si allinei alle buone prassi degli altri istituti coinvolti nel caso.