Caso Donazzan-Faccetta Nera, Cunegato (VCV): “Zaia è il Gattopardo veneto”

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La mozione di riserva, non sfiducia, all’assessore veneto all’istruzione Donazzan non è passata. Oggi in consiglio regionale infatti solo l’opposizione ha votato a favore, mentre decisiva è stata l’astensione della Lega, compresi i consiglieri della Lista Zaia. Assente il governatore. “Tra qualche giorno, il 27 gennaio, ci sarà la giornata della memoria della Shoah. Zaia, che ancora una volta ha scelto per l’istruzione e le pari opportunità una fascista, farà un discorso contro l’orrore del nazi-fascismo – commenta amaramente il consigliere di Schio e portavoce regionale della lista civica Veneto che vogliamo, che in consiglio regionale ha promosso la mozione -. Dirà, indignato e visibilmente commosso, che il fascismo è corresponsabile della morte di 6 milioni di ebrei, che avevano l’unica colpa di essere ebrei”.

Cunegato critica la mancata presa di posizione di Zaia, da lui definito “il Gattopardo veneto. L’unico obiettivo è la gestione del potere. Per farlo ci vuole un moderatismo assoluto, bisogna diventare degli estremisti di centro. Quindi ci vuole la ramanzina per l’assessora che canta “faccetta nera”, ma niente scossoni. Il tono è goliardico, dice il Doge, ma “la Donazzan deve chiedere scusa”. Bisogna anche far capire che si governa con i fascisti senza essere fascisti. Così la voce dell’antifascista spetta al leghista Pan, il quale afferma che la Lega è contro ogni revisionismo storico, che il pensiero della Donazzan non gli appartiene e che bisogna ricordare chi ha subito gli orrori del fascismo – aggiunge ancora il portavoce di Veneto che vogliamo – La Lega si allea con i fascisti ed è antifascista, anche se il suo segretario scendeva in piazza con Casa Pound. Essere tutto conviene. Così oggi l’assessore all’istruzione si prostra umilmente in consiglio, si cosparge il capo di cenere: “Chiedo scusa, accade nella vita di sbagliare”. Sono cose che capitano a tutti. Cantare canzoni fasciste, andare in piazza con chi fa il saluto romano, portare la croce celtica – conclude Cunegato -. Basta distrarsi un attimo”.

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