Caso IEG. La certezza: comandano i riminesi. L’ipotesi: fuori Marzotto e Cagnoni Ad con Variati presidente, per salvare la faccia e… non andare in pensione?

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Dopo l’incontro a Vicenza tra Lorenzo Cagnoni (“era già programmato da tempo” ha detto sornione il manager di lungo corso riminese) e Achille Variati (“mi dovrà spiegare!” ha recitato col suo dito puntato davanti, in alto, a 45°, quello da grandi occasioni, tipo tangenziale e parco della pace di compensazione), rimane una semplice sintesi, certa, e una ipotesi, in quanto tale incerta, della vicenda delle dimissioni anticipate del membri di maggioranza del cda di IEG all’insaputa dei due rappresentanti vicentini o, meglio, con un preavviso di solo un’ora.

International Exhibition Group ha in pancia l’ex RiminiFiera e l’ex Fiera di Vicenza e col loro blitz, questa la sintesi certa, i riminesi hanno vistosamente dimostrato di essere saldi in plancia di comando col loro 81% complessivo di quote mentre ai vicentini col 19% tocca dall’inzio di far continuare a far finta di essere felici.

In primis per la vicepresidenza di Matteo Marzotto, l’erede di una famiglia di peso di cui è particolarmente invaghito, professionalmente, Achille Variati, il suo mentore da anni e anni nonchè suo frequentatore assiduo anche quando l’ex giovane Marzotto ha fatto parte del glorioso cda a presidenza Gianni Zonin della Banca Popolare di Vicenza, di cui nulla sapevano a Palazzo Trissino.

E poi la felicità del nostro primo cittadino raddoppiava, alla fusione, per la tutela degli interessi “blindati” di Vicenza, così assicurò Variati, con la presenza nell’ormai ex cda di Luigi Dalla Via, noto anni fa per essere orgoglioso di essere un artigiano sindaco di Schio e ora scopertosi imprenditore della comunicazione in Regina Rossa & Partners, la tradizionale agenzia dei compagni di partito del sindaco uscente, fondata come Regina Rossa da Jacopo Bulgarini d’Elci ma che, solo dopo la sua uscita, così raccontano i libri contabili, avrebbe trasformato l’acqua delle perdite consistenti nel vino dell’era Dalla Via…

Ebbene detto che ora è chiaro, anche ai consiglieri di maggioranza di Vicenza fin troppo creduloni quando il loro capo parla, che col 19% non si comanda nulla, quale sarà il futuro a breve, e prima che non diluirà ulteriormente la partecipazione di minoranza di Vicenza la prevista quotazione in borsa e l’ingresso sempre più prossimo in IEG di nuove Fiere, a partire da quella di Bologna, città guarda caso dalle parti di.. Rimini e in un’Emilia Romagna storicamente abituata a fare squadra?

Qui l’ipotesi.

Visto che a Marzotto, che a Vicenza faceva con Variati il bello e il cattivo tempo, spalleggiato operativamente da Corrado Facco, Lorenzo Cagnoni ha fatto capire che lui non è l’amico Achille e che soprattutto lui non ama i vice e i dg, alla Facco, che gli tolgono spazio o parlano a nome suo anche quando non autorizzati, resterebbe la via dell’uscita non traumatica, tanto di paracadute per certe consorterie ce n’è sempre uno pronto, a chi toccherebbe sostituitlo in cda come membro e vice presidente?

La risposta pare darcela l’organo ufficiale di Confindustria e non solo, se a Marino Smiderle, che la metteva nero su bianco il 10 aprile commentando l’incontro tra i due strateghi (Cagnoni manager da sempre e Variati politico di altrettanto lungo corso), non sono arrivate fake news come ai tempi della BPVi: «Inoltre Variati potrebbe anche decidere di “mollare” Marzotto per ripristinare la cordialità di relazioni col socio-padrone. Magari incaricando se stesso, quale garante di un’operazione in cui crede molto».

E allora aggiungiamo noi, provando, in assenza di veline, ad usare qualcuno dei pochi neuroni che ci sono rimasti, perchè non pensare allora per Cagnoni al ruolo necessario ma scoperto di Amministratore delegato con ampi poteri e per Achille Varaiti, a breve orfano di tutti i suoi incarichi e a ben due anni dalla competizione politica regionale, a quello di presidente, di immagine ma anche di relazione con altri enti fieristici, alcuni dei quali anche in Venerto e che potrebbero entrare in IEG a bilanciare in parte quelli emiliano romagnoli.

Il nostro digerirebbe e farebbe digerire ai suoi fan la presa d’atto di essere in minoranza, si darebbe un giusto tono e avrebbe spazio per le sue tele regionali visto che per la pensione non pare proprio ancora pronto, come Cagnoni d’altronde.